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				 Il 27, per un tifoso milanista, è il numero di Serginho, autore di uno dei rigori nella finale di Manchester contro la Juventus. Oppure Prince Boateng, che ha festeggiato lo scudetto di Max Allegri l'ultimo per chi non si chiama Juve - ballando il "Moonwalk" come Michael Jackson. Ma la cifra rappresenterà anche Paolo Mario Scaroni, ventisettesimo presidente nei quasi 120 anni di storia del club. «Grandissimo onore, sono milanista e molto felice di essere qui» ha detto ieri, nove mesi dopo aver dichiarato di essere «tifoso del Vicenza». 			
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			Il 27, per un tifoso milanista, è il numero di Serginho, autore di uno dei rigori nella finale di Manchester contro la Juventus. Oppure Prince Boateng, che ha festeggiato lo scudetto di Max Allegri l'ultimo per chi non si chiama Juve - ballando il "Moonwalk" come Michael Jackson. Ma la cifra rappresenterà anche Paolo Mario Scaroni, ventisettesimo presidente nei quasi 120 anni di storia del club. «Grandissimo onore, sono milanista e molto felice di essere qui» ha detto ieri, nove mesi dopo aver dichiarato di essere «tifoso del Vicenza». 			
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		Paolo Scaroni al comando del Milan, Il Gazzettino: un vicentino alla guida del club, ponte tra Silvio e il futuro
Domenica 22 Luglio 2018 alle 11:17 Il 27, per un tifoso milanista, è il numero di Serginho, autore di uno dei rigori nella finale di Manchester contro la Juventus. Oppure Prince Boateng, che ha festeggiato lo scudetto di Max Allegri l'ultimo per chi non si chiama Juve - ballando il "Moonwalk" come Michael Jackson. Ma la cifra rappresenterà anche Paolo Mario Scaroni, ventisettesimo presidente nei quasi 120 anni di storia del club. «Grandissimo onore, sono milanista e molto felice di essere qui» ha detto ieri, nove mesi dopo aver dichiarato di essere «tifoso del Vicenza». 			
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			Il 27, per un tifoso milanista, è il numero di Serginho, autore di uno dei rigori nella finale di Manchester contro la Juventus. Oppure Prince Boateng, che ha festeggiato lo scudetto di Max Allegri l'ultimo per chi non si chiama Juve - ballando il "Moonwalk" come Michael Jackson. Ma la cifra rappresenterà anche Paolo Mario Scaroni, ventisettesimo presidente nei quasi 120 anni di storia del club. «Grandissimo onore, sono milanista e molto felice di essere qui» ha detto ieri, nove mesi dopo aver dichiarato di essere «tifoso del Vicenza». 			
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				 Esaurita la febbrile trattativa a quattro (Lega, M5S, Berlusconi, Quirinale) sui nomi dei ministri, il primo nodo da sciogliere per il governo Di Maio-Salvini sarà la scelta dei vertici della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). I tecnicismi nascondono al popolo che lì c'è il potere vero. Sarebbe quindi utile che almeno su questo il nuovo governo (se riuscisse a nascere) fosse davvero populista, cioè trasparente. I primi segnali non sono incoraggianti.			
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			Esaurita la febbrile trattativa a quattro (Lega, M5S, Berlusconi, Quirinale) sui nomi dei ministri, il primo nodo da sciogliere per il governo Di Maio-Salvini sarà la scelta dei vertici della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). I tecnicismi nascondono al popolo che lì c'è il potere vero. Sarebbe quindi utile che almeno su questo il nuovo governo (se riuscisse a nascere) fosse davvero populista, cioè trasparente. I primi segnali non sono incoraggianti.			
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I vecchi poteri avanzano compatti per la nuova Cdp, Il Fatto: c'è l'ombra del vicentino Paolo Scaroni
Domenica 13 Maggio 2018 alle 11:33 Esaurita la febbrile trattativa a quattro (Lega, M5S, Berlusconi, Quirinale) sui nomi dei ministri, il primo nodo da sciogliere per il governo Di Maio-Salvini sarà la scelta dei vertici della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). I tecnicismi nascondono al popolo che lì c'è il potere vero. Sarebbe quindi utile che almeno su questo il nuovo governo (se riuscisse a nascere) fosse davvero populista, cioè trasparente. I primi segnali non sono incoraggianti.			
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			Esaurita la febbrile trattativa a quattro (Lega, M5S, Berlusconi, Quirinale) sui nomi dei ministri, il primo nodo da sciogliere per il governo Di Maio-Salvini sarà la scelta dei vertici della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). I tecnicismi nascondono al popolo che lì c'è il potere vero. Sarebbe quindi utile che almeno su questo il nuovo governo (se riuscisse a nascere) fosse davvero populista, cioè trasparente. I primi segnali non sono incoraggianti.			
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