Quotidiano | Categorie: Politica

Un Popolo, una Regione, il nostro Statuto: prima il Veneto

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 19 Ottobre 2011 alle 20:25 | non commentabile

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Riceviamo da Roberto Ciambetti, assessore regionale della Lega Nord, e pubblichiamo
Zaia lo aveva promesso in campagna elettorale ed era stato eletto anche per questo: prima il Veneto. Questo Veneto, protagonista del presente come della storia, merita un nuovo Statuto. Oggi questa promessa diventa realtà, mediata certo con tutte le forze politiche ma anche per questo Carta di tutti, Carta del Popolo veneto.

Un popolo non esiste perché lo dice uno statuto regionale: un popolo esiste perché lo dicono la storia, la cultura, la realtà quotidiana e lo statuto non fa che accogliere questa verità. Oggi, il nuovo Statuto del Veneto, che rafforza il concetto di Popolo Veneto e il suo diritto all'autonomia e autogoverno, fa coincidere la Costituzione formale, la legge scritta, con la Costituzione immateriale o, come dicono gli Inglesi, con la Costituzione vivente cioè con quell'insieme di norme e valori non scritti ma che ispirano e guidano la vita di tutti noi.
Il Veneto è il suo popolo, il Veneto è la sua storia: passato e presente pongono le basi per affrontare il futuro e ciò è sancito nei primi articoli del nostro statuto e credo noi tutti si debba riflettere nel constatare che si è giunti all'approvazione di questa Carta costituzionale veneta con una Giunta regionale guidata da Luca Zaia, che è riuscito laddove altri avevano fallito, per volontà propria o trascuratezza.
Per volontà e determinazione, il nuovo Consiglio regionale eletto dai cittadini Veneti ha varato la legge fondamentale della nostra Regione dopo un dibattito acceso e articolato con lo sfondo di uno scenario complesso come quello della grande crisi economica che stiamo vivendo: il fatto di essere giunti ad un voto unanime è un altro grande risultato, perché cementa l'intera classe politica attorno ai principi dell'autonomia e dell'autogoverno del popolo veneto, la cui Regione persegue il federalismo e l'affermazione dell'Unione Europea.
Il Veneto popolo e terra d'Europa come dice lo statuto e come dimostra la nostra storia in maniera inequivocabile. Una sua storia radicata nel racconto della tradizione greca antica che fa partecipe il popolo veneto del mito fondante la cultura europea, la guerra di Troia; per non parlare poi della straordinaria parabola della Repubblica di Venezia, che aveva una propria bandiera, una lingua e identità ben precisa quando la maggioranza degli stati che oggi compongono l'Unione erano ben lungi dal nascere. Venezia e il Veneto porta d'Europa, ieri come oggi.
Ma non c'è solo la Serenissima in questa Regione cresciuta tra non poche ferite anche nell'Otto e Novecento: pensiamo all'emigrazione, alla nascita di un Veneto fuori dal Veneto, non a caso citato nel nuovo Statuto, pensiamo alla comunità Istro-veneta e Dalmata, ma guardiamo anche allo sviluppo di una economia basata sulla piccola o piccolissima impresa e sull'artigianato, allo sviluppo di un tessuto solidale dove il debole trova sempre aiuto.
Quando lo statuto del Veneto afferma oggi il diritto del nostro popolo all'autogoverno e all'autonomia non fa che riandare a questa storia gloriosa, che per alcuni non ha senso ricordare, ma che per noi è eredità preziosa: in un mondo globalizzato, dove saperi e sapori vengono omogeneizzati nel tritacarne tecnologico e ricomposti nella macdonaldizzazione del gusto e dell'intelligenza, dove non è ammessa altra identità che quella imposta dalle multinazionali e dalla subcultura televisiva, dire che esiste il popolo veneto, con la sua storia, la sua lingua, le sue tradizioni, i suoi valori morali ed etici è un atto di coraggio, di intelligenza, un omaggio a coloro che ci hanno preceduto, una promessa per coloro che abitano il futuro.






Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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