Sclerosi multipla, Berlato Sella: Veneto sostenga terapia angioplastica dilatativa
Lunedi 29 Novembre 2010 alle 12:03 | non commentabile
Giuseppe Berlato Serra, Partito Democratico - "Esiste in Italia una nuova frontiera della lotta alla sclerosi multipla, che è in via di sperimentazione ma che già sta dando risultati incoraggianti. E' importante che anche la Regione Veneto sostenga in modo concreto il lavoro di verifica sulla validità del trattamento tramite angioplastica dilatativa della sclerosi multipla, mettendo a disposizione risorse adeguate e strutture sul territorio".
La richiesta è del consigliere regionale del Partito Democratico, Giuseppe Berlato Sella, che sull'argomento ha depositato un'interrogazione rivolta alla Giunta. L'esponente democratico fa esplicito riferimento agli studi del professor Paolo Zamboni, direttore del Centro malattie vascolari dell'Università di Ferrara, che sostengono la correlazione tra l'insufficienza venosa cronica cerebrospinale (malattia che, con il restringimento e i blocchi delle vene giugulari e della vena Azygon che scorre all'interno del torace, determina un flusso del sangue in senso contrario, ovvero verso il cervello, anziché verso il cuore) e la sclerosi multipla.
"La terapia individuata dal professor Zamboni - prosegue Berlato Sella - è quella dell'angioplastica dilatativa che permette di dilatare le vene ostruite attraverso l'inserimento intravenoso di un ‘palloncino', ristabilendo in tal modo il corretto flusso del sangue.
Una posizione che ha già raccolto un largo consenso scientifico internazionale, soprattutto a fronte della scoperta da parte di Zamboni del fatto che quasi il 100% dei pazienti affetti da sclerosi multipla presentava un restringimento, una torsione o un blocco di quelle vene atte a drenare il sangue dal cervello".
Ed in conclusione, Berlato Sella avanza una seconda richiesta alla Giunta regionale, vale a dire "l'inserimento nei Lea (livelli essenziali di assistenza) della diagnosi e del trattamento terapeutico contro la CCSVI (insufficienza venosa cronica cerebrospinale). Tutto questo facendo direttamente pressing sul ministero della salute affinché introduca questa malattia tra quelle riconosciute dal servizio sanitario nazionale".