Produttività +30% per le aziende snelle
Giovedi 12 Novembre 2009 alle 17:00 | non commentabile
Fondazione CUOA
LEAN SOCIETY SUMMIT: LE AZIENDE SNELLE SENZA PAURA DELLA CRISI. NEGLI ULTIMI
3 ANNI HANNO AUMENTATO LA LORO PRODUTTIVITA' DEL 30%.
IL GURU JIM WOMACH "LE PMI SONO UN ESEMPIO DI STRAORDINARIA GENIALITA' MA
SONO A RISCHIO. HANNO BISOGNO DI CAMBIARE I PROPRI ASSETTI GESTIONALI".
«Le pmi rappresentano il genio italiano, sono loro più che le grandi aziende
ad essere in grado di realizzare brillanti prodotti. Sono un dono della
civilizzazione, ma la crisi e la globalizzazione le ha messe a rischio se
non cambiano e migliorano di continuo i loro assesstti gestionali. il
management. Oggi serve una risposta organizzativa da 21esimo secolo, che
vada oltre la semplice intuizione imprenditoriale».
«Il futuro del Lean - ha continuato Womach - è nelle applicazioni che se ne
possono ottenere nel settore pubblico. In particolare in quello della
sanità , in Italia questo è stato realizzato dall'ospedale di Firenze, che
grazie a questi miglioramento ha aumentato la sua efficienza, riducendo i
tempi di degenza e aumentando la capacità dei posti letto».
Il guru americano Jim Womach, colui che ha portato il Modello Toyota in
Occidente ha fatto, oggi, la sua lezione a oltre 350 manager e imprenditori
italiani, intervenuti oggi alla prima edizione del Lean Society Summit
italiano, promosso e organizzato dal CUOA Lean Enterprise Center, unica
struttura italiana accredita al Lean Global Network di Jim Womack e Dan
Jones. L'evento patrocinato dal Ministero per lo Sviluppo Economico, ha
visto la partecipazione in Fiera di Vicenza, ieri 11 ed oggi 12 Novembre, di
oltre 250 aziende.
«Il successo del CUOA Lean Enterprise Center - afferma il Presidente del
CUOA Lean Enterprise Club Mario Pietro Nardi - è da imputare ad un modello
che integra mondo accademico, dell'impresa e della consulenza. Questa
esperienza che unisce oggi 50 aziende aderenti - eravamo 15 a fine 2006 -
dimostra la voglia di fare networking e di confrontarsi su temi operativi
come quelli relativi al modello Toyota. E dimostra la validità formativa e
scientifica di questa esperienza, visto che nel Lean Global Network di Jim
Womack siamo noi a rappresentare l'Italia in mezzo ad altri 15 Paesi».
«Il nucleo iniziale di aziende - ha aggiunto Arnaldo Camuffo referente
scientifico del Lean Enterprise Center - avevano come obbiettivo primario
quello di mantenere la loro forza manifatturiera in Italia, scampando alla
sindrome cinese che costringeva in quegli anni a delocalizzare pesantemente.
Queste aziende snelle oggi mostrano aumenti di produttività impressionanti,
dell'ordine medio del 30%, riuscendo a tagliare i tempi di risposta sul
mercato, aumentando il proprio valore dichiarando guerra agli sprechi, che
non significa tagliare i costi, come per esempio quello sulle risorse
umane».
I numeri della trasformazione Lean. In base ai dati, infatti, delle 50
aziende aderenti al CUOA Lean Enterprise CLUB, le performance realizzate a
seguito della trasformazione Lean permettono un notevole margine di
competitività rispetto alla media delle aziende dello stesso settore. In uno
scenario economico come quello attuale, le aziende "Lean" stanno affrontando
la crisi con minore impatto, rispetto alle concorrenti, non licenziando,
quando altre lo fanno, o ricorrendo agli ammortizzatori sociali in misura
inferiore. In termini numerici la trasformazione Lean ha consentito,
rispetto ad un'organizzazione di tipo tradizionale, una riduzione dello
spazio occupato del 40/50%, una riduzione del lead time (tempo di risposta)
del 50%, un aumento di produttività pari al 30%, un miglioramento di 5 volte
della rotazione del magazzino (da 4 di un'azienda tradizionale a 20 di
un'azienda Lean), una riduzione delle non conformità in produzione pari al
70%.
In termini settoriali le aziende del settore metalmeccanico del Club
analizzate in questo periodo hanno ridotto il tempo di risposta al mercato
dell'85%, aumentato la produttività del 38% (fino ad un massimo del 42% in
alcuni casi), ridotto lo spazio del 43%, aumentato la rotazione delle scorte
del 120%. In termini di produzione le aziende analizzate hanno diminuito gli
scarti del 10,5%, ridotto il Time to market (tempo che intercorre
dall'ideazione di un prodotto alla sua effettiva commercializzazione) del
78%, passando da 9 a 2 mesi.