Il Veneto saluta la vendemmia 2011 in un vigneto di 90 anni
Mercoledi 12 Ottobre 2011 alle 22:58 | non commentabile
 
				
		Regione Veneto - Il Veneto, con l'assessore regionale all'agricoltura e gli studenti dell'Istituto Cerletti, ha salutato la splendida vendemmia 2011 vendemmiando uno dei più antichi vigneti d'Italia, forse il più antico in produzione. Classe 1921, ancora intervallato dai gelsi, è stato piantato dopo le rovine causate nella zona di Vazzola, sulla sinistra Piave, in provincia di Treviso, dopo le distruzioni provocate lungo il corso del fiume dalla prima guerra mondiale.
Il proprietario, Antonio Roveda, è più giovane del suo stesso vigneto,  piantato ancora secondo il metodo Bellussi (la "bellussera", come la  chiamano qui) ormai non più usato, ma mantenuto dai disciplinare del  Raboso DOC e del nuovo Malanotte DOCG per rispetto all'anzianità di  questo e di tanti appezzamenti carichi di storia e di gusto.
 
 Il primo Malanotte DOCG non sarà ufficialmente in commercio prima del  prossimo 1 novembre e sarà festeggiato con una solenne cerimonia il 12  novembre, nella cantina di Tezze di Piave, che tra le sue produzioni  aveva sin dagli anni '80 un Raboso Malanotte, dal nome dell'antico Borgo  seicentesco che ora ha dato il nome alla nuova DOCG di un vino tra i  più antichi del Veneto. Oggi, a salutare l'uva che arrivava appena  vendemmiata dai vigneti in cantina e subito portata in lavorazione,  c'erano il presidente Sergio Luca con il direttore Fabio Drusian e i  produttori che più hanno creduto nel nuovo vino, che viene prodotto  utilizzando dal 15 al 30 per cento di uve Raboso lasciate ad appassire  fino a dicembre ed oltre. E non ha voluto mancare la Confraternita del  Raboso, sodalizio fondato nel 1996 proprio per valorizzare un vino  forte, gustoso, duraturo, unico, che incontra un successo crescente  specie nel mercato britannico e in generale anglosassone per la sua  assoluta diversità rispetto alla gran parte dei vini considerati di  pregio.
Il primo Malanotte DOCG non sarà ufficialmente in commercio prima del  prossimo 1 novembre e sarà festeggiato con una solenne cerimonia il 12  novembre, nella cantina di Tezze di Piave, che tra le sue produzioni  aveva sin dagli anni '80 un Raboso Malanotte, dal nome dell'antico Borgo  seicentesco che ora ha dato il nome alla nuova DOCG di un vino tra i  più antichi del Veneto. Oggi, a salutare l'uva che arrivava appena  vendemmiata dai vigneti in cantina e subito portata in lavorazione,  c'erano il presidente Sergio Luca con il direttore Fabio Drusian e i  produttori che più hanno creduto nel nuovo vino, che viene prodotto  utilizzando dal 15 al 30 per cento di uve Raboso lasciate ad appassire  fino a dicembre ed oltre. E non ha voluto mancare la Confraternita del  Raboso, sodalizio fondato nel 1996 proprio per valorizzare un vino  forte, gustoso, duraturo, unico, che incontra un successo crescente  specie nel mercato britannico e in generale anglosassone per la sua  assoluta diversità rispetto alla gran parte dei vini considerati di  pregio.
La vendemmia del Raboso, uno dei vini veneti che si  vendemmiano a stagione più avanzata, è stata anche l'occasione per fare  il punto su una annata che, per la regione più vinicola d'Italia e con  il maggiore export di vini e mosti, non è solo da buona ad ottima, ma si  presenta su posizioni forza in un mercato internazionale dove "per la  prima volta dopo anni - ha ricordato Manzato - la domanda supera  l'offerta e il Vino è oggi il maggior produttore mondiale di vini di  qualità in tutte le tipologie".
 
  
		
		
	 
				     
				     
				     
				    