Distretto conciario e frode fiscale
Sabato 18 Luglio 2009 alle 12:15 | non commentabile
Cgil Vicenza. 18 luglio 2009Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â
Quanto sta emergendo in questi giorni dalle indagini della Guardia di Finanza nel distretto della concia, pur se l'accertamento della verità è ancora in corso, non può non far scattare un moto d'indignazione.
In proposito sarebbe già sufficiente evidenziare l'ingiustizia che rappresenta nei confronti dei lavoratori dipendenti, pensionati e degli altri cittadini e imprenditori che pagano regolarmente le imposte. E' questo non può non creare rabbia soprattutto di fronte alle difficoltà economiche e all'incertezza per il futuro che colpisce molte famiglie a partire da quelle dei tanti lavoratori dipendenti e artigiani che hanno già perso il lavoro.
Ad aggiungere un ulteriore elemento si può anche citare il fatto che chi evade (e si parla di milioni di Euro) non è un "furbo" che si avvantaggia personalmente in modo illegale; ma crea un danno ai conti pubblici e a tutta la collettività . Alla fine, visto il debito pubblico, chi paga le tasse è costretto a sobbarcarsi anche il costo di chi evade e, questo ultimo magari poi viene graziato da condoni o da rimborsi insignificanti rispetto a quanto evaso.
Ora è importante intanto che la magistratura e le forze dell'ordine possano accertare fino in fondo le responsabilità e recuperare l'evasione.
Ma, al di là dei giusti sentimenti d'indignazione e rabbia e della conseguente richiesta di giustizia, in realtà questo fatto pone anche un altro problema ben più serio e profondo che riguarda direttamente il futuro del nostro distretto produttivo e che dovrebbe interrogare tutta la comunità a partire dagli operatori economici e dalle istituzioni locali.
Qualsiasi economista, ed in particolare chi si occupa di sistemi produttivi locali, può spiegare come a competere sul mercato globale è il sistema economico territoriale; il suo successo così come il benessere delle singole aziende e dei cittadini che vi lavorano dipende in modo fondamentale proprio da fattori come la credibilità , la qualità , l'affidabilità e la rete di relazioni tra tutti gli operatori del sistema (imprese, amministrazioni locali, lavoratori, istituzioni ecc.) che deve necessariamente basarsi su fiducia e rispetto delle regole.
Se questo non avviene, i costi, anche delle transazioni economiche, diventano complessivamente molto più alti mettendo in difficoltà l'intero tessuto economico.
Fatti come questi mettono appunto in discussione prima di tutto la credibilità , il sistema di relazioni e la fiducia tra i vari soggetti di un sistema economico locale come quello della concia e non solo.
A questo si può aggiungere anche un altro tema a mio avviso ancora più importante e cioè che in un contesto di difficoltà queste pratiche e azioni illegali più o meno gravi, rappresentano l'esempio lampante di una falsa idea, purtroppo presente, e cioè l'illusione che di fronte alla crisi possa esserci una risposta di comodo, una sorta di scorciatoia che non porta da nessuna parte, fatta ad esempio di non rispetto delle regole dentro e fuori l'azienda (false fatturazioni, società fasulle, fallimenti e concordati pilotati, mancati pagamenti, lavoro nero) e di peggioramento delle condizioni e delle relazioni tra i vari soggetti (impresa, amministrazione pubblica, clienti e fornitori, cittadini...).
In sintesi, un'altra variante, in questo caso più degenarata, della cosiddetta "via bassa" alla competitività che però porta solo al declino.
Si potrebbe discutere molto sull'immoralità e soprattutto sull'illusione che questa possa essere una risposta alla crisi ma ciò che indigna è che intanto ci sono centinaia di posti di lavoro a rischio e centinaia di lavoratori e famiglie che già da mesi vivono una situazione di difficoltà per aver perso il lavoro o per essere in cassa integrazione. Così come ci sono imprenditori o altri operatori economici che sono stati messi in grave difficoltà da questa concorrenza sleale.
Proprio per questo allora questi fatti richiamano alla responsabilità tutto il tessuto produttivo ed economico, le istituzioni locali e la comunità nel suo insieme. Serve ora uno slancio, un salto in avanti, della sua parte sana nel rifiutare, far emergere, denunciare e allontanare da se le pratiche illegali o comunque quella "zona grigia", quell'idea che il non rispetto delle regole o l'aggiramento di alcune possano rappresentare un risposta.
Un ruolo importante possono e devono assumerlo le categorie economiche proprio sull'esempio dell'Associazione Industriali della Sicilia ha saputo mettere in atto un'opera moralizzatrice tra i propri associati mettendo al bando i disonesti e denunciando il malaffare in un contesto più complicato e pericoloso.
Anche l'amministrazione locale può svolgere un ruolo fondamentale e di riferimento sia come soggetto promotore di etica e di stimolo all'adozione del codice di responsabilità sociale dell'impresa sia nell'attivare al più presto un tavolo che metta insieme categorie economiche, organizzazioni sindacali e istituzioni per affrontare la crisi e le sue conseguenze sociali e per progettare il rilancio del settore puntando su qualità , formazione, investimenti e superando finalmente pratiche di gestione (economica e del personale) poco trasparenti.
Il tutto a partire da una considerazione di fondo e cioè che il futuro della valle del Chiampo non può prescindere dalla tenuta e da uno sviluppo di maggior trasparenza e qualità del distretto conciario.
17 Giugno 2009
Responsabile CGIL Ovest Vicentino
Maurizio Ferron