"Digital divide", il Veneto dalle parole ai fatti
Domenica 11 Gennaio 2015 alle 16:19 | non commentabile
L’importanza che la giunta regionale ha dato in senso generale ai fondi assegnati dalla Ue per poter sostenere il settore produttivo si pone in netto contrasto con il ruolo invece attribuito alle strategie, e relativo impiego di relativi fondi comunitari, rivolte alla soluzione del problema del digital divide. In quest’altro ambito infatti la regione si è mossa sul filo di lana, scongiurando il rischio di vedersi sottratta i fondi da destinarsi al miglioramento del servizio di connessione a banda larga (nella foto Marino Zorzato, che si è occupato della questione da vicepresidente della Regione Veneto)
Un logico trend che permette, tra le altre cose, di aumentare le possibili scelte sulle offerte telefono fisso e non, con costi più bassi e nuovi operatori, tanto per i privati e le aziende quanto per la pubblica amministrazione e vari enti.
Il regolamento che prevedeva la realizzazione degli obiettivi imposti dall’agenda digitale europea risale al 2009, ma la sua approvazione è avvenuta solo qualche giorno prima della fine dell’anno, così da destinare i 26 milioni di euro, il cui impiego non può che essere rivolto al miglioramento delle infrastrutture attraverso le quali arrivare alla copertura del 100% del territorio veneto a banda larga di base (almeno 2 mbit).
C’è da dire che il veneto non è una delle Regioni che versa nelle peggiori condizioni di digital divide, e da qui si comprende anche la somma non particolarmente elevata stanziata, ma considerato il raggiungimento del prossimo step, che entro il 2020 prevede il raggiungimento dell’intero territorio con una copertura a banda ultra larga (100% a 30 mbit ed almeno 50% con velocità a 100 mbit) emerge uno stato di ritardo che può destare qualche preoccupazione, soprattutto sui tempi di adeguamento ai nuovi programmi e sull’apertura dei cantieri necessari per collegare intanto i principali comuni alla rete in fibra ottica, che rende ormai quasi obsolete le infrastrutture per le quali è stato approvato l’attuale stanziamento.