Diavoli Vicenza: colpo di mercato, arriva Riccardo Mosele
Sabato 17 Dicembre 2011 alle 01:19 | non commentabile
 
				
		Diavoli Vicenza - Immobiliare Neve Diavoli Vicenza ha messo a segno il "colpaccio" di mercato del quale si vociferava negli ultimi giorni. Arriva, infatti, dal Padova Riccardo Mosele, uno degli ex Vipers "pigliatutto", attaccante di esperienza e velocità che lo scorso anno è stato premiato con la "stecca d'oro" quale miglior marcatore del campionato (42 reti) e che attualmente ha al suo attivo 13 gol, come il capitano e bomber dei Diavoli, Luca Roffo, ancora fuori per infortunio.
La notizia è che anche altri due dei fantastici quattro, Mantese e Comencini, lasciano i Ghosts direzione Milano 24 a causa di un ridimensionamento del budget da parte della società patavina che in questo momento, decisamente delicato dal punto di vista economico, si è trovata a dover cambiare i programmi estivi, avvisando i suoi giocatori della situazione, lasciandoli liberi di prendere una decisione e di trovare altre strade.
Per i Diavoli il mercato sembrava chiuso, ma  la situazione che si è venuta a creare ha convinto in breve tempo la  dirigenza biancorossa.
Visti infatti la volontà del giocatore (già  corteggiato in passato) di approdare a Vicenza senza influire sulle  casse della società e il desiderio del main sponsor Immobiliare Neve di  poter aggiungere un'importante pedina al roster, si è deciso, con grande  soddisfazione da parte di tutti, di sfruttare l'occasione e concludere  il trasferimento in brevissimo tempo. 
Per Riccardo Mosele, classe  '80, la scelta di venire a Vicenza è anche una scelta personale, dal  momento che attualmente vive nel capoluogo berico e troverà nello  spogliatoio diversi amici ed ex compagni ad attenderlo, fra tutti  capitan Roffo e Michael Corradin, per moltissimi anni fianco a fianco  sul ghiaccio asiaghese.
Per i Diavoli, che potranno avere il nuovo  arrivo in pista già a Monleale con la maglia numero 33, significa  rendere la squadra ancor più completa e competitiva. 
"Diciamo che è  un ritorno a casa visto che ho giocato a Vicenza nel lontano 96/97  quando avevo 17 anni - dichiara Mosele - Ero proprio agli inizi, ma  torno in un ambiente che conosco, come anche quasi tutti i ragazzi della  squadra. Nell'ambiente dell'in line, che è un mondo molto piccolo, ci  conosciamo praticamente tutti."
- Una scelta improvvisa quella di lasciare Padova?
"E'  stata una scelta non facile perché a Padova lascio degli amici, perché  ho lasciato persone con cui ho giocato per anni, ma ho voluto fare  qualcosa che mi permettesse di giocarmela fino in fondo. La società ci  ha avvisato di un ridimensionamento degli obiettivi, ma io ci tengo ai  play off. Non è quindi una scelta di carattere economico, per quello  potevo anche restare dov'ero, ma mi basta giocare, anche perché non ho  vent'anni, ne ho quasi 32, quindi non ho tantissimi anni ancora per  giocare e cercare di vincere qualcosa".
- Dopo tutte le vittorie e i successi della tua carriera la voglia di vincere è sempre la stessa?
"La  voglia di vincere resta sempre, almeno per come sono fatto io, la mia  stessa scelta evidenzia che se gioco, gioco per vincere. Fino ad oggi  sono stato fortunato perché ho avuto l'occasione di giocare in squadre  che hanno vinto tanto".
- Dopo tanti anni si divide la miglior prima linea degli ultimi campionati.
"Bisogna  anche accettare che si facciano scelte diverse e che le cose cambino.  Alla fine anche questa divisione è stata in qualche modo concordata.  Abbiamo provato a vedere se riuscivamo a stare ancora insieme, ma ci  siamo anche detti che se non c'erano le condizioni ognuno avrebbe preso  la sua strada. Io, anche per motivi personali, ho scelto Vicenza perché  ci abito e fra poco divento papà, quindi mi impegnerò al massimo per  dare il mio contributo a Vicenza e spero di fare bene".
- Subito in pista in uno scontro diretto, sabato contro Monleale.
"Monleale  è una buona squadra. Con il Padova abbiamo perso 5-1, ma li abbiamo  incontrati in un brutto momento per noi. Mi sono sembrati veramente  molto forti, ma forse eravamo anche noi deboli".
 
  
		
		
	 
				     
				     
				     
				    