Colpito gravemente da una fucilata il cacciatore che un mese fa uccise per sbaglio l'amico
Domenica 21 Novembre 2010 alle 16:00 | non commentabile
Lac, Lega Abolizione Caccia - Zanoni (LAC Veneto): "Montagne e campagne venete sempre piu' a rischio. La LAC al TAR contro la delibera della provincia sulla caccia in primavera."
Lo scorso 20 ottobre 2010 in Comelico (BL), un cacciatore di 50 anni venne ucciso dal compagno di caccia dopo aver sparato una fucilata con una potente arma a canna rigata per la caccia ai camosci, la vittima era Renzo Alfare' Lovo morto sul colpo, residente a Complico Superiore (BL), a sparare fu Fabio De Lorenzo Dandola.
Dopo un mese esatto, ieri 20 novembre 2010, è lo stesso Fabio De Lorenzo Dandola, 44 anni, a rimanere gravemente ferito in un incidente di caccia nella zona di malga Silvella, in località Ombrio, raggiunto da un colpo alla schiena che gli è uscito dall'addome:
Alla battuta di caccia al Camoscio erano presenti anche Claudio Alfare' Lovo, figlio di Renzo, questa volta a sparare il colpo che ha ferito il Dandola pare sia stato un altro Alfare' Lovo, fratello di Renzo e zio di Claudio, l'unico che in teoria avrebbe potuto esercitare la caccia.
Incidenti del genere purtroppo risultano sin troppo frequenti, solo nella recente stagione di caccia 2009/2010 in Italia si sono verificati ben 59 incidenti di caccia con 40 feriti e ben 19 morti, tra i quali un cercatore di funghi ucciso il 15 novembre scorso ad Arezzo (la lista completa e dettagliata dei morti e feriti è consultabile sul sito della LAC www.abolizionecaccia.it ).
Tra gli incidenti di caccia mortali mortali due si sono verificati in Veneto: uno a Sant'Ambrogio di Valpolicella (VR) risalente al tre ottobre e quello di Renzo Alfare' Lovo del 20 ottobre scorso.
"Le attuali leggi sulla caccia sono ormai inadeguate e sorpassate per una società moderna come la nostra - ha commentato Andrea Zanoni presidente della LAC Veneto - bisognerebbe bloccare subito la caccia e far rifare seri esami periodici a tutti i cacciatori, poi bisognerebbe vietare la caccia in condizioni meteo e di luce sfavorevoli con pioggia o nevischio o all'imbrunire come è accaduto in questo incidente.
Purtroppo le attuali normative venatorie, soprattutto quelle della regione Veneto ed in particolare quelle di Belluno, sono tra le più permissive d'Italia.
Una delle disposizioni più deleterie viene proprio dalla provincia di Belluno dove si potrà sparare anche in primavera con le montagne che pullulano di turisti, in merito a questa delibera di luglio la LAC ha depositato lunedi scorso un ricorso al TAR del Veneto.
Questo incidente dimostra ancora una volta quanto sia rischiosa la caccia e quanto grave e scellerato sia stato il via libera, dato dalla provincia di Belluno, alla caccia primaverile agli ungulati, effettuata con armi potenti ed a lunghissima gittata."