Ciambetti sul Nobel per la pace a Obama
Sabato 10 Ottobre 2009 alle 12:05 | non commentabile
Ciambetti Lega Nord Â
«NOBEL A OBAMA: PER I VICENTINI HA UN SAPORE AGRO-DOLCE»
«Se conquisteremo la pace anche grazie ai tanti Dal Molin, ben venga il Nobel»
«Un gesto di speranza più che un riconoscimento, un investimento verso il futuro, che lascia comunque una sensazione di disagio». Roberto Ciambetti, presidente del Gruppo Consiliare Regionale Veneto della Lega Nord-Liga Veneta, commenta con cautela la notizia dell'assegnazione a Barack Obama del premio Nobel per la pace.
«Le motivazioni dell'assegnazione - ha spiegato Ciambetti - parlano dello sforzo straordinario per restituire la centralità dell'azione diplomatica nella soluzione delle controversie, per l'impegno per il disarmo ad iniziare da quello nucleare, ed infine per la presa di coscienza del ruolo che le grandi potenze devono assumersi se vuole affrontare i grandi problemi dell'umanità , la lotta alla fame e alle povertà , la tutela ambientale, l'ecosostenibilità dello sviluppo. Credo che il premio vada a quel ‘Yes, we can' visto come messaggio di speranza e di impegno verso i più deboli e i più poveri. Certo - continua Ciambetti - Obama ha dimostrato di voler andare oltre le dichiarazioni di intenti, ma le perplessità per questo riconoscimento straordinario e forse prematuro mi sembra siano legittime. Potremmo chiederci quali atti concreti ha proposto il presidente Usa per impedire che il sistema creditizio-finanziario statunitense porti ancora domani il mondo sul limitare della tragedia; Obama ha tenuto discorsi importanti sul tema dell'ambiente, ma ancor oggi aree come il New England negli Usa, da sole producono tanto biossido di carbonio quanto un grande paese industrializzato europeo come la Germania. Mi sembra che la scelta della commissione norvegese per il Nobel presieduta da Thorbjoern Jagland abbia voluto in realtà con questo premio rafforzare la posizione di Obama nel suo Paese, chiedendogli di traghettare gli Usa da una politica militare aggressiva a nuove strategie, ma anche gli esiti recenti del g20 a Pittsburgh mi sembrano invece delineare un Obama molto meno svincolato dai ras di Wall Street di quello che pensiamo».
«Per un vicentino, infine - ha concluso Ciambetti - questo premio al presidente Usa ha un sapore agro-dolce, perché pare premiare l'idea degli Usa come garanti e promotori in qualche modo armati della pace nel mondo e, pensando al caso Dal Molin, ciò ci fa riandare al motto latino di Vegezio, "Si vis pacem, para bellum'. Se così è, se veramente conquisteremo la pace anche grazie ai tanti Dal Molin sparsi nel mondo, ben venga il Nobel a Barack Obama».