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				 Una  mattina di dicembre di molti anni fa il capo di una grande gruppo  telefonico si presentò nell’ufficio del direttore di un grande  quotidiano e lo minacciò senza tanti giri di parole: “Se lei non fa  smettere quel giornalista di scrivere male di me tolgo tutta la  pubblicità dell’anno prossimo al suo giornale e a tutto il vostro gruppo  editorialeâ€. C’erano in ballo 30 miliardi di lire, qualcosa come 30  milioni di euro di oggi. Quel direttore lo mandò al diavolo e, già che  c’era, intimò al ricattatore di non cercare scorciatoie tentando di  comprarsi i singoli giornalisti.			
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			Una  mattina di dicembre di molti anni fa il capo di una grande gruppo  telefonico si presentò nell’ufficio del direttore di un grande  quotidiano e lo minacciò senza tanti giri di parole: “Se lei non fa  smettere quel giornalista di scrivere male di me tolgo tutta la  pubblicità dell’anno prossimo al suo giornale e a tutto il vostro gruppo  editorialeâ€. C’erano in ballo 30 miliardi di lire, qualcosa come 30  milioni di euro di oggi. Quel direttore lo mandò al diavolo e, già che  c’era, intimò al ricattatore di non cercare scorciatoie tentando di  comprarsi i singoli giornalisti.			
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		Pubblicità e stampa, una lunga storia di ricatti
 Una  mattina di dicembre di molti anni fa il capo di una grande gruppo  telefonico si presentò nell’ufficio del direttore di un grande  quotidiano e lo minacciò senza tanti giri di parole: “Se lei non fa  smettere quel giornalista di scrivere male di me tolgo tutta la  pubblicità dell’anno prossimo al suo giornale e a tutto il vostro gruppo  editorialeâ€. C’erano in ballo 30 miliardi di lire, qualcosa come 30  milioni di euro di oggi. Quel direttore lo mandò al diavolo e, già che  c’era, intimò al ricattatore di non cercare scorciatoie tentando di  comprarsi i singoli giornalisti.			
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			Una  mattina di dicembre di molti anni fa il capo di una grande gruppo  telefonico si presentò nell’ufficio del direttore di un grande  quotidiano e lo minacciò senza tanti giri di parole: “Se lei non fa  smettere quel giornalista di scrivere male di me tolgo tutta la  pubblicità dell’anno prossimo al suo giornale e a tutto il vostro gruppo  editorialeâ€. C’erano in ballo 30 miliardi di lire, qualcosa come 30  milioni di euro di oggi. Quel direttore lo mandò al diavolo e, già che  c’era, intimò al ricattatore di non cercare scorciatoie tentando di  comprarsi i singoli giornalisti.			
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				 La guerra piace a chi non la conosce, affermava già il grande poeta Pindaro, e l'espressione divenne proverbiale; nel Cinquecento Erasmo da Rotterdam la riprese e la commentò nei suoi celebri Adagia. Dalla riflessione erasmiana, ben attenta al problema della pace, tanto che ad essa dedicò sia il primo scritto sia l'ultimo, emerge l'altra grande considerazione: chi conosce la guerra la teme.  La paura della più tragica delle attività umane che comporta lutti e distruzioni perché con essa, diceva papa Pio XII:" Tutto è perduto", dovrebbe accompagnare l'uomo in qualsiasi luogo egli si trovi.  Promuovere la pace, considerando il male della guerra, è la preoccupazione prima della nuova pubblicazione 1915-1918 La Grande Guerra della povera gente che Galliano Rosset ci propone per i tipi dell'Editrice Veneta e la cura di Nico Veladiano, con Interventi di Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio Regionale Veneto e Francesco Pretto, presidente del Consorzio Pro loco Astico Brenta. Il libro è stato presentato a Monticello Conte Otto e sarà riproposto martedì 20 dicembre in Sala Stucchi a Villa Tacchi (Viale della Pace, 89)			
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			La guerra piace a chi non la conosce, affermava già il grande poeta Pindaro, e l'espressione divenne proverbiale; nel Cinquecento Erasmo da Rotterdam la riprese e la commentò nei suoi celebri Adagia. Dalla riflessione erasmiana, ben attenta al problema della pace, tanto che ad essa dedicò sia il primo scritto sia l'ultimo, emerge l'altra grande considerazione: chi conosce la guerra la teme.  La paura della più tragica delle attività umane che comporta lutti e distruzioni perché con essa, diceva papa Pio XII:" Tutto è perduto", dovrebbe accompagnare l'uomo in qualsiasi luogo egli si trovi.  Promuovere la pace, considerando il male della guerra, è la preoccupazione prima della nuova pubblicazione 1915-1918 La Grande Guerra della povera gente che Galliano Rosset ci propone per i tipi dell'Editrice Veneta e la cura di Nico Veladiano, con Interventi di Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio Regionale Veneto e Francesco Pretto, presidente del Consorzio Pro loco Astico Brenta. Il libro è stato presentato a Monticello Conte Otto e sarà riproposto martedì 20 dicembre in Sala Stucchi a Villa Tacchi (Viale della Pace, 89)			
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		Un libro sulla guerra… per rifiutarla
 La guerra piace a chi non la conosce, affermava già il grande poeta Pindaro, e l'espressione divenne proverbiale; nel Cinquecento Erasmo da Rotterdam la riprese e la commentò nei suoi celebri Adagia. Dalla riflessione erasmiana, ben attenta al problema della pace, tanto che ad essa dedicò sia il primo scritto sia l'ultimo, emerge l'altra grande considerazione: chi conosce la guerra la teme.  La paura della più tragica delle attività umane che comporta lutti e distruzioni perché con essa, diceva papa Pio XII:" Tutto è perduto", dovrebbe accompagnare l'uomo in qualsiasi luogo egli si trovi.  Promuovere la pace, considerando il male della guerra, è la preoccupazione prima della nuova pubblicazione 1915-1918 La Grande Guerra della povera gente che Galliano Rosset ci propone per i tipi dell'Editrice Veneta e la cura di Nico Veladiano, con Interventi di Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio Regionale Veneto e Francesco Pretto, presidente del Consorzio Pro loco Astico Brenta. Il libro è stato presentato a Monticello Conte Otto e sarà riproposto martedì 20 dicembre in Sala Stucchi a Villa Tacchi (Viale della Pace, 89)			
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			La guerra piace a chi non la conosce, affermava già il grande poeta Pindaro, e l'espressione divenne proverbiale; nel Cinquecento Erasmo da Rotterdam la riprese e la commentò nei suoi celebri Adagia. Dalla riflessione erasmiana, ben attenta al problema della pace, tanto che ad essa dedicò sia il primo scritto sia l'ultimo, emerge l'altra grande considerazione: chi conosce la guerra la teme.  La paura della più tragica delle attività umane che comporta lutti e distruzioni perché con essa, diceva papa Pio XII:" Tutto è perduto", dovrebbe accompagnare l'uomo in qualsiasi luogo egli si trovi.  Promuovere la pace, considerando il male della guerra, è la preoccupazione prima della nuova pubblicazione 1915-1918 La Grande Guerra della povera gente che Galliano Rosset ci propone per i tipi dell'Editrice Veneta e la cura di Nico Veladiano, con Interventi di Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio Regionale Veneto e Francesco Pretto, presidente del Consorzio Pro loco Astico Brenta. Il libro è stato presentato a Monticello Conte Otto e sarà riproposto martedì 20 dicembre in Sala Stucchi a Villa Tacchi (Viale della Pace, 89)			
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				 Da Milano arriva un monito a Confindustria Vicenza. Fino ad oggi e negli ultimi anni i bilanci mostrano utili o pareggi risicati per Athesis, l'editore anche de Il Giornale di Vicenza che grazie a una catena infinita di scatole... venete da noi rivelata fa capo alle due associazioni industriali di Vicenza e Verona, e perdite continue per Publiadige, strane per una concessionaria esclusiva di pubblicità che, evidentemente, dà ai giornali rappresentati più soldi di quanti ne raccolga al netto delle spese. E che qualcosa non vada nei conti lo conferma, poi, il fatto che, nonostante queste sistemazioni di poste di bilancio, Il Giornale di Vicenza ha avuto accesso alle normative per lo stato di crisi, che gli hanno consentito di "tagliare" la redazione, una misura a cui il 5 settembre si è aggiunta la cacciata repentina di Ario Gervasutti a cui non sarebbero estranei motivi economici...			
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			Da Milano arriva un monito a Confindustria Vicenza. Fino ad oggi e negli ultimi anni i bilanci mostrano utili o pareggi risicati per Athesis, l'editore anche de Il Giornale di Vicenza che grazie a una catena infinita di scatole... venete da noi rivelata fa capo alle due associazioni industriali di Vicenza e Verona, e perdite continue per Publiadige, strane per una concessionaria esclusiva di pubblicità che, evidentemente, dà ai giornali rappresentati più soldi di quanti ne raccolga al netto delle spese. E che qualcosa non vada nei conti lo conferma, poi, il fatto che, nonostante queste sistemazioni di poste di bilancio, Il Giornale di Vicenza ha avuto accesso alle normative per lo stato di crisi, che gli hanno consentito di "tagliare" la redazione, una misura a cui il 5 settembre si è aggiunta la cacciata repentina di Ario Gervasutti a cui non sarebbero estranei motivi economici...			
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La maxi perdita de Il Sole 24 Ore minaccia Confindustria nazionale: Amenduni e Ingui felici di aver ceduto a Confindustria Vicenza delle 3 Z loro quote de Il Giornale di Vicenza
 Da Milano arriva un monito a Confindustria Vicenza. Fino ad oggi e negli ultimi anni i bilanci mostrano utili o pareggi risicati per Athesis, l'editore anche de Il Giornale di Vicenza che grazie a una catena infinita di scatole... venete da noi rivelata fa capo alle due associazioni industriali di Vicenza e Verona, e perdite continue per Publiadige, strane per una concessionaria esclusiva di pubblicità che, evidentemente, dà ai giornali rappresentati più soldi di quanti ne raccolga al netto delle spese. E che qualcosa non vada nei conti lo conferma, poi, il fatto che, nonostante queste sistemazioni di poste di bilancio, Il Giornale di Vicenza ha avuto accesso alle normative per lo stato di crisi, che gli hanno consentito di "tagliare" la redazione, una misura a cui il 5 settembre si è aggiunta la cacciata repentina di Ario Gervasutti a cui non sarebbero estranei motivi economici...			
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			Da Milano arriva un monito a Confindustria Vicenza. Fino ad oggi e negli ultimi anni i bilanci mostrano utili o pareggi risicati per Athesis, l'editore anche de Il Giornale di Vicenza che grazie a una catena infinita di scatole... venete da noi rivelata fa capo alle due associazioni industriali di Vicenza e Verona, e perdite continue per Publiadige, strane per una concessionaria esclusiva di pubblicità che, evidentemente, dà ai giornali rappresentati più soldi di quanti ne raccolga al netto delle spese. E che qualcosa non vada nei conti lo conferma, poi, il fatto che, nonostante queste sistemazioni di poste di bilancio, Il Giornale di Vicenza ha avuto accesso alle normative per lo stato di crisi, che gli hanno consentito di "tagliare" la redazione, una misura a cui il 5 settembre si è aggiunta la cacciata repentina di Ario Gervasutti a cui non sarebbero estranei motivi economici...			
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