Consulta: no aggravante clandestinità, sì reato
Sabato 10 Luglio 2010 alle 16:09 | 0 commenti
Rassegna.it - Il "reato di clandestinità " supera invece il vaglio della Corte. Le motivazioni della sentenza
L'aggravante di clandestinità introdotta nel luglio del 2008 con il primo pacchetto sicurezza è in contrasto con il principio di uguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione "che non tollera irragionevoli diversità di trattamento".
Lo scrive la Corte Costituzionale nelle motivazioni della sentenza con la quale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della norma.
La Consulta ha ritenuto l'aggravante in contrasto anche con l'articolo 25 della Carta "che prescrive in modo rigoroso che un soggetto debba essere sanzionato per le condotte tenute e non per le sue qualità personali".
Supera invece il vaglio di costituzionalità il "reato di clandestinità ", ossia l'ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato, introdotto nel 2009 con il secondo pacchetto sicurezza per inasprire le pene nei confronti degli migranti. Lo ha deciso sempre la Consulta - con la sentenza 250, relatore Giuseppe Frigo - sottolineando che la norma non viola la Costituzione perché "il bene giuridico protetto" è "identificabile nell'interesse dello Stato al controllo e alla gestione dei flussi migratori".
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