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Nomina sunt consequentia rerum

Di Giuliano Corà Lunedi 7 Dicembre 2009 alle 18:06 | 0 commenti

Barack Obama, premio Nobel per la PACEDa sempre, uno degli espedienti utilizzati dal Potere per accreditarsi e con-vincere è quel particolare tipo di menzogna che consiste nel distorcere il significato intimo delle parole, sovvertendole e facendo loro assumere - apparentemente, s'intende - un nuovo significato, lontanissimo da quello originale: un raffinato esercizio di disambiguazione alla rovescia. Così, per esempio, Adolf Hitler chiamò nazionalsocialismo il suo movimento, creando così una ‘confusione' semantica tra il nome di una corrente di pensiero che, almeno a parole, aveva promesso all'Umanità pace e giustizia e un partito che, invece, precipitò il mondo nella barbarie. E "Il lavoro rende liberi" stava scritto sul cancello di Auschwitz, non certo campo di lavoro ma bocca dell'Inferno. Così, più ‘modestamente' ma sempre in questa linea, Silvio Berlusconi ha chiamato Popolo delle Libertà il suo partito. Di quali libertà si tratti lo vediamo ogni giorno nel nostro Paese, precipitato in una cupissima stagione, non di postfascismo, ma di Neofascismo. Di quali libertà si sia trattato per lui, questo lo vediamo da mesi sui giornali e sulle tv, anche in queste ultime ore.

L'elenco degli esempi potrebbe essere lunghissimo, per la parola ‘libertà' come, per esempio, per la parola ‘pace'. A partire da Tacito, che già si era accorto di questo problema e che appunto, raccontando nel De Agricola le modalità della conquista romana della Britannia, scrisse: "Desertum fecerunt et pacem appellaverunt", per finire allo Stato di Israele, che chiama impunemente ‘Colloqui di pace' le grottesche ed arroganti chiacchiere da osteria con cui, da decenni, impone al popolo Palestinese la propria dominazione.

Confesso però che mai ci era capitato di vedere che, per questa menzogna - particolarmente ignobile, perché si serve di un medium ‘innocente' ed insospettabile come il linguaggio - mai ci era capitato, dicevamo di vedere la menzogna non solo accettata, ma premiata. Così è stato per il Premio Nobel per la Pace attribuito quest'anno a Barack Obama, proprio nei giorni in cui il Presidente ha firmato l'invio di ulteriori 30.000 soldati USA in Afghanistan. In questa logica distorta e perversa, intellettualmente e linguisticamente, il Presidente Obama aveva già accumulato molti meriti che lo rendevano degno del premio. Citiamo velocemente:
  • aveva promesso che avrebbe chiesto conto al governo turco del genocidio armeno, ma durante la sua visita in Turchia del 6/7 aprile di quest'anno è stato accuratamente zitto;
  • si è rifiutato di ricevere il Dalai Lama durane la sua recente visita a Washington: primo presidente USA ad aver fatto ciò;
  • ha intavolato colloqui col mostro sanguinario di Omar Hassan al-Bashir, dittatore del Sudan e corresponsabile del genocidio nel Darfur - per il quale è stato incriminato dal Tribunale Internazionale dell'Aja con l'accusa di crimini contro l'umanità - facendo appello alla sua 'buona volontà' per far cessare il massacro;
  • il 16 novembre 2009 ha incontrato un altro mostro sanguinario, Thein Sein, leader della Giunta militare birmana, ‘raccomandandogli' di liberare ‘presto' Aung San Suu Kyi.


Eccetera. Stando così le cose, ed avendo ben capito l'antifona, abbiamo pensato di suggerire al Governo italiano alcuni nomi per una nuova rosa ministeriale, qualora, per colpa delle note vicende giudiziarie di Berlusconi, si dovesse arrivare ad un nuovo schieramento. Per esempio:

  • al Ministero per le Politiche Familiari, Pietro Maso;
  • al Ministero dei Beni Culturali e dell'Istruzione, ad interim, l'Emiro Amr Ibn al-Asi (incendiario, nel 642 d.C., della Biblioteca di Alessandria). Dite che quegli infelici di Bondi e della Gelmini fanno anche più danni dell'Emiro? Vero, ma questo è un altro discorso;
  • al Ministero della Difesa, Werner von Blomberg (un esperto: ha già ricoperto il medesimo incarico nel Terzo Reich);
  • al Ministero per l'Integrazione, Adolf Hitler;
  • al Ministero per la Condizione Femminile e le Pari Opportunità, Jack lo Squartatore;
  • al Ministero del Tesoro, Economia e Finanze, il Conte Mascetti;
  • al Ministero per la Gioventù, Gilles de Rais;
  • al Ministero della Giustizia, lo Sceriffo di Nottingham;
  • al Ministero degli Esteri, Vlad Tepes;
  • al Ministero dell'Ambiente e delle Politiche Forestali, il generale Westmoreland (bombardò il Viet-Nam con l'Agente Arancio),
  • al ministero del Lavoro, Marco Licinio Crasso (sconfisse Spartacus nel 71 a.C. e fece crocifiggere le migliaia di schiavi superstiti).

Ah, stavo per dimenticare: congratulazioni e auguri, Presidente Obama!

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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