I cinque finalisti del Premio Campiello 2012 a Vicenza: un'iniziativa inedita
Sabato 30 Giugno 2012 alle 22:46 | 0 commenti
Si è svolta ieri presso la sede storica di Palazzo Thiene a Vicenza, la quarta tappa della carovana letteraria i cui protagonisti sono i cinque autori finalisti del Premio Campiello 2012, promosso da Confindustria Veneto. Presenti anche Giuseppe Zigliotto, presidente di Confindustria Vicenza e consigliere di amministrazione della Banca Popolare di Vicenza, e Piero Luxardo, presidente del comitato di gestione del Campiello (nella foto da sx Marco Missiroli, Marcello Fois, Francesca Melandri, Carmine Abate, Giovanni Montanaro e il giornalista moderatore Antonio Di Lorenzo).
"La letteratura - dichiara Luxardo - è fattore di coesione e di identità nella società . Quest'anno si celebrano i cinquant'anni del premio dedicato alla promozione della letteratura italiana, cui la classe imprenditoriale veneta contribuisce attivamente, consapevole che la pratica letteraria si trasforma in tessuto sociale e diventa il vantaggio competitivo di una nazione".
L'iniziativa, finora inedita, rientra nell'ambito del sostegno che Banca Popolare di Vicenza, da ormai tredici anni, offre al Premio Campiello, uno dei premi letterari più importanti del panorama culturale italiano.
Il primo tra i finalisti è Carmine Abate con La collina del vento, già noto per i suoi scritti su migranti, fedeltà alla terra e incontri tra culture. "La collina - spiega - è il simbolo dello scorrere del tempo. E' una collina reale, affascinante per i suoi colori e misteriosa, che viene raccontata nelle sue viscere. Il romanzo, che definirei archeologico, narra la storia di una famiglia di contadini calabresi che resiste ai venti contrari della prima guerra mondiale, della realtà dei latifondi e delle intimidazioni mafiose". Abate, insegnante di italiano a Trento, non si definisce uno scrittore, ma un narratorie di storie. "Insegnare e scrivere sono lavori simili perché entrambi trasmettono conoscenza".
Marcello Fois, autore di Nel tempo di mezzo, racconta la saga dei Chironi, secondo romanzo di una trilogia. "Chi vive in un'isola, non viaggia, si distacca, ha una concezione eroica del viaggio fuori dall'isola. E il processo, in questo racconto, è inverso poiché è dal continente verso la Sardegna che il protagonista cerca il suo completamento, i suoi familiari". Fois si confessa molto legato ai luoghi vicentini e del triveneto, anche per i racconti che gli faceva il nonno che ha combattuto sulle nostre montagne durante la prima guerra.
Altra finalista è Francesca Melandri con Più alto del mare, il cui nucleo centrale è l'idea della colpa per prossimità . "Si parla dei detenuti, ma non si parla mai dei loro familiari, obbligati ad una vita di eroismo, fatta di un continuo peregrinare in carcere ad assistere i loro cari. E' la storia, ambientata negli anni di piombo, di un padre che dedica la vita al figlio terrorista e di una moglie di un assassino, entrambi in un carcere di massima sicurezza in un'isola. Una storia scritta dal margine, a raccontare un fenomeno che dal secondo dopoguerra ha visto l'Italia come il Paese non in guerra con più morti nel mondo, dopo la Colombia".
Il senso dell'elefante di Marco Missiroli, 31 anni, indaga sulla solitudine in un condominio milanese. E' la storia di un prete fino a poco tempo prima, ora portinaio, con un rapporto enigmatico con uno dei condomini, un giovane dottore, all'interno del cui appartamento entra quando il medico non c'è. "Non viene mai da pensare, quando si incontra una persona allegra e brillante, che possa essere o sentirsi in realtà una persona sola. Quando ero adolescente non mi piaceva fare le stesse cose dei miei coetanei, discoteca, lunapark. Andavo con loro, ma non partecipavo, se non tenendo borse, borsette e cappotti. Ma allenando l'occhio al margine, comprendi che puoi vivere bene, anche se non sei al centro".
Ultimo finalista è Giovanni Montanaro, 29 anni, avvocato veneziano, lavora in uno studio di Padova. Il suo libro Tutti i colori del mondo, è la storia di Teresa e Van Gogh, al quale scrive una lettera. "L'arte è vita, è qualcosa che ci permette di scoprire noi stessi. E i colori sono quelli che ognuno ha dentro di sé, fragilità , forza, amore, follia. Colori che cambiano, che ci fanno capire quando la frutta è matura, quando sta per piovere, quando si è ammalati. E' il linguaggio più semplice, ma altrettanto forte e comunicativo".
Il Premio Campiello verrà assegnato nel corso della tradizionale cerimonia che si svolgerà al Teatro la Fenice di Venezia il prossimo 1 settembre.
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