Categorie: Economia&Aziende
Sabato 6 Agosto 2016 alle 10:28
«A Vincenzo non sono rimasti neppure i soldi per comprarsi il latte». La battuta è di un amico della famiglia Consoli ma rende l'idea. Il messaggio che viene fatto filtrare dalla villa di Vicenza - dove da martedì l'ex direttore generale di
Veneto Banca è rinchiuso ai domiciliari - con il passare dei giorni si fa sempre più chiaro: dopo la caduta, il re è stato spogliato di tutto, non resta più nulla da sequestrare.
L'hanno chiarito, in serata, anche i suoi avvocati con una breve nota: «Il ragionier Consoli comunica di avere due soli conti correnti e deposito titoli: uno in Veneto Banca e un secondo in Banco Popolare entrambi oggetto di sequestro. Egli quindi non possiede alcun altro conto corrente o deposito titoli in altre banche italiane o estere, e sfida chiunque a provare il contrario».
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Categorie: Banche, Economia&Aziende
Venerdi 5 Agosto 2016 alle 10:10
Potrebbe rivelarsi come la classica pietra che, una volta tolta, rischia di far crollare tutto il castello. La pietra d'inciampo sulla costruzione dell'inchiesta della
Procura di Roma su
Veneto Banca, per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, che ha condotto agli arresti domiciliari lo storico manager di Montebelluna
Vincenzo Consoli, riguarda ancora una volta le «baciate». In termine tecnico, il capitale finanziato, ovvero i prestiti che la banca ha concesso per comprare, in tutto o in parte, le proprie azioni. Fatto in partenza vietato dal codice civile, secondo la linea della Procura di Roma; che invalida i prestiti e il capitale costituito a quel modo, e regge quindi a cascata i dati gonfiati che costituiscono la base dell'aggiotaggio e dell'ostacolo alla vigilanza.
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Categorie: Banche, Economia&Aziende
Venerdi 5 Agosto 2016 alle 09:53
Finanziamenti di
Veneto Banca come «contropartita» e, sullo sfondo, l'operazione che portò
Banca Intermobiliare nell'alveo di Veneto Banca. Eccolo, il famoso «piacerino» che, secondo la
procura di Roma, avrebbe permesso a
Vincenzo Consoli di parcheggiare qualcosa come 15 milioni di euro in bond, attraverso una cessione fasulla. Ma l’ex Ad dell’istituto di Montebelluna, l’operazione è un ricordo quantomeno confuso. L’ha spiegato lui stesso ai magistrati che lo hanno interrogato il 29 settembre dello scorso anno. Il pm
Francesca Loy lo incalza sui finanziamenti-fotocopia concessi a
Pietro d’Aguì e a un altro socio di Bim,
Gianclaudio Giovannone. «Il piacerino le dice niente?», chiede il magistrato.
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Categorie: Banche, Economia&Aziende
Venerdi 5 Agosto 2016 alle 09:28
«C'erano due binari che correvano paralleli: uno era il mercato ufficiale e l'altro il mercato delle Banche Popolari. A un certo punto hanno cercato di farli incontrare, decidendo che il metodo di valutazione delle Popolari non era più adatto...». È il passaggio cruciale dell'interrogatorio di
Vincenzo Consoli, reso il 29 settembre 2015 e svelato ieri dal Corriere del Veneto , quello in cui l'ex dominus di
Veneto Banca di fatto scarica sul governo la responsabilità del crollo delle azioni, imputandola alla riforma che ha imposto la trasformazione delle Popolari in Spa. Una versione che l'esecutivo rispedisce tuttavia al mittente. «Mi dispiace per Consoli, che ha già abbastanza guai, però la sua ricostruzione non sta in piedi», dice il veneziano
Pier Paolo Baretta, sottosegretario all'Economia con delega al sistema bancario.
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Giovedi 4 Agosto 2016 alle 11:02
Aveva la passione per i quadri, anche quelli del ’700, Vincenzo Consoli, “dominus†per anni di Veneto Banca, ora finito ai domiciliari con l’accusa di ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio. Infatti, quando gli uomini della Guardia di Finanza, due giorni fa, sono entrati nel suo appartamento a Vicenza hanno trovato diverse tele di valore, ora finite nella lista dei beni sequestrati. La casa di per sé è già molto prestigiosa: un palazzotto su più piani di oltre 500 metri quadri, con altrettanti di giardino e spazi esterni, dove ora Consoli sta scontando la misura cautelare emessa dal gip di Roma, Vilma Passamonti.
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Giovedi 4 Agosto 2016 alle 10:35
È il 29 settembre del 2015. A Roma sembra autunno: ci sono 21 gradi e il cielo è coperto. Le strade della capitale si riempiono di ragazzini gasati per il concerto di Mika, che la sera sarà sul palco del Palalottomatica. E intanto quattro uomini salgono le scale del tribunale, ciascuno con in mano una valigetta di documenti. Sono le 3 del pomeriggio, e a quell’ora i giornalisti hanno già lasciato le aule del Palazzo. Nessuno li vede entrare. Tra loro c’è Vincenzo Consoli, dimessosi un paio di mesi prima dalla carica di amministratore delegato di Veneto Banca. Al suo fianco ci sono i suoi avvocati: Franco Coppi, Alessandro Moscatelli e Massimo Malvestio.
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Mercoledi 3 Agosto 2016 alle 15:43
Era l'aprile del 2014. Veneto Banca viveva uno dei suoi momenti più difficili, costretta a rinnovare una dirigenza che la Banca d'Italia aveva accusato di opacità nella gestione dell'istituto di credito. E all'assemblea dei soci il governatore Luca Zaia si spese in loro difesa: «È stato portato un attacco senza precedenti alla nostra autonomia, un preciso disegno contro il sistema delle popolari e le Banche del credito cooperativo, proprio perché a fianco del territorio». LA FAVOLA DI VENETO BANCA. Allora l'istituto di Montebelluna era stato solo multato e ispezionato. Ma il sistema veneto aveva fatto muro.
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Mercoledi 3 Agosto 2016 alle 11:46
Ci sono i presidenti di Veneto Banca, che firmavano attestazioni false sulla dotazione di capitale. Come dirigenti della popolare e uomini di finanza di lungo corso, attraverso cui transitava l’acquisto di azioni finanziato dall’istituto, non detratte dal patrimonio. E i membri dei collegi sindacali, fino all’aprile 2014, che hanno attestato come buoni dati di bilancio rivelatisi gonfiati. Sono loro i 14 indagati al fianco dell’ex amministratore delegato Vincenzo Consoli, nell’estensione dell’inchiesta per aggiottaggio e ostacolo alla vigilanza esplosa ieri. Nomi noti, come quelli dei due presidenti, Flavio Trinca e Francesco Favotto. Il presidente dell’ascesa e del declino di Veneto Banca, Trinca, 77 anni, il commercialista alla guida della banca a fianco di Consoli, dal 1997 al 2014.
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Mercoledi 3 Agosto 2016 alle 11:06
"Sono meravigliato per la tempistica. Arrestare una persona in via preventiva è sempre grave, ma farlo dopo un anno, quando non c’è più pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato, è qualcosa che non capiscoâ€. Giovanni Schiavon, attuale vice presidente di Veneto Banca è stupito alla notizia che Vincenzo Consoli – una vita ai vertici dell’istituto – sia finito ai domiciliari. Eppure per il gip di Roma, Vilma Passamonti che ieri ha emesso l’ordinanza, Consoli è stato arrestato proprio perché continuava, anche dopo le dimissioni, a incidere “nelle scelte di politica aziendale†della banca, trasformata in spa, con il decreto sulle popolari.
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Martedi 2 Agosto 2016 alle 13:19
Vincenzo Consoli, ex amministratore delegato di Veneto Banca già indagato, è stato
arrestato dalla Guardia di Finanza con le accuse di aggiotaggio ed ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza. Le fiamme gialle hanno sequestrato su disposizione del pm un immobile di Consoli del valore di 1,8 milioni di euro, oltre a liquidità e titoli. Sono inoltre impegnate in perquisizioni domiciliari e sequestri preventivi per milioni di euro nei confronti di 14 indagati legati all’istituto di credito. I provvedimenti, eseguiti da un centinaio di finanzieri, sono stati emessi dalla procura di Roma.Â
Consoli, che si trova ai domiciliari, è stato il padre-padrone che ha affossato la banca,Â
concedendo con disinvoltura prestiti senza garanzie e falsando la situazione patrimoniale del gruppo.
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