Rassegna stampa |

Il vicentino Paolo Scaroni favorito nella corsa al vertice dell'Ilva

Di Rassegna Stampa Mercoledi 18 Maggio 2016 alle 07:39 | 0 commenti

ArticleImage

Lo Stato italiano non ha protetto la vita e la salute di 182 cittadini di Taranto dalle emissioni nocive dello stabilimento siderurgico Ilva. È l’accusa per la quale la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha messo formalmente sotto processo l’Italia ritenendo che vi siano i presupposti per aprire un procedimento contro Roma. In due distinti ricorsi presentati tra il 2013 e il 2015, i cittadini che vivono a Taranto e nei Comuni limitrofi, guidati da Lina Ambrogi Melle, ambientalista appena entrata nel Consiglio comunale ionico, si sono rivolti alla Corte europea per denunciare l’atteggiamento delle autorità statali, regionali e locali colpevoli di non aver adottato misure idonee a combattere l’inquinamento dell’aria, del suolo e delle acque provocato dallo stabilimento siderurgico, ma anche di aver varato una serie di decreti cosiddetti “salva Ilva” con l’obiettivo di permettere alla fabbrica di continuare a produrre e quindi a inquinare addirittura sotto la gestione dello Stato.

Decisioni che, inoltre, hanno inizialmente limitato e successivamente neutralizzato l’intervento della magistratura concedendo alla fabbrica una “cappa di impunità” e ai suoi manager statali un vero e proprio salvacondotto. Decreti poi convertiti in legge che secondo i cittadini di Taranto avrebbe impedito loro di utilizzare gli strumenti previsti dall’ordinamento per agire contro quanti hanno violato e continuano a violare il diritto alla salute e all’integrità psicofisica.
La notizia è giunta proprio mentre nel Palazzo di giustizia del capoluogo ionico ha preso il via il maxi-processo nei confronti dei 44 imputati rinviati a giudizio per il disastro ambientale di Taranto tra i quali Fabio e Nicola Riva, l’ex governatore Nichi Vendola accusato di concussione, il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno e numerosi dirigenti della fabbrica. Centinaia le parti civili già costituite e numerose le nuove richieste giunte ieri alla Corte d’assise. In aula anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che ha ribadito la necessità della costituzione di parte civile per continuare a “costruire un percorso di verità su una vicenda che non deve restare sotto silenzio”. E dopo le polemiche sulla scelta del Pd di Taranto di candidare come capolista nei comuni della provincia uno dei dirigenti Ilva imputati nel processo, Salvatore De Felice, Emiliano ha espresso le sue perplessità evidenziando che “per prudenza sarebbe stato opportuno evitare”, ma che queste sono vicende che dovrà gestire il nuovo segretario regionale che sarà eletto tra qualche giorno.
Intanto a Taranto continuano a rincorrersi le voci sul futuro della fabbrica e in particolare sulla cordata che dovrebbe rilevare l’azienda. Al di là della sua composizione, appare sempre più certo il nome di Paolo Scaroni come amministratore delegato: l’ex numero uno di Eni ed Enel, infatti, già in passato si era candidato per il salvataggio di Ilva e l’ipotesi avrebbe ottenuto anche il benestare del premier Matteo Renzi.
Di
Francesco Casula, da Il Fatto Quotidiano


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network