Ciambetti: 500 nuovi profughi in arrivo nel Veneto, ma lo Stato è sempre più lontano
Mercoledi 18 Febbraio 2015 alle 12:12 | 0 commenti
				
		Roberto Ciambetti, assessore Regione Veneto, fa una riflessione sul territorio che vive l’emergenza criminalità e lo Stato che manda rinforzi per aumentare i clandestini. Variati, che fiuta l’aria che tira, dopo anni di buonismo non ci sta più e protesta
Mentre stiamo fronteggiando l’emergenza criminalità con l’intero territorio veneto impegnato nella lotta alla delinquenza, ci saremmo attesi da Roma l’invio di uomini e mezzi delle Forze dell’Ordine: i rinforzi stanno per arrivare, ma  andranno a rimpinguare il numero dei clandestini che si danno alla macchia.
Parlo dell’ennesimo invio di 500  profughi in Veneto. Molti di questi, certo, cercheranno la fuga  all’estero, verso mete dove è possibile trovare lavoro: l’Italia è terra  di disoccupazione e crisi economica, altro che Job Acts. Altri invece  si fermeranno da noi: il Bel Paese ha fama d’essere il luogo ideale per  chi vive d’espedienti o s’arruola nella delinquenza.  Il rischio è  basso, le opportunità per sopravvivere molte: il gioco vale la candela.  Anni e anni di errori si pagano oggi con gli interessi e anche chi in  passato ha vestito i panni del terzomondista caritatevole, pronto alla  solidarietà e alla carità, come è accaduto per molti uomini politici  locali, oggi si ricrede e cerca di darsi una nuova verginità contando  nella memoria corta dell’elettorato e nell’ipocrisia di troppe forze  politiche.  Anche per questo dico che il Prefetto Cuttaia a Venezia non  ha colpe nello smistare i nuovi arrivi: esegue ordini ricevuti dall’alto  anche se sa benissimo, come più volte gli hanno spiegato ii suoi  colleghi operativi nella nostra Regione, che il Veneto non può  accogliere più profughi. Le strutture sono sature ma ancor più è stanca  l’opinione pubblica davanti a una gestione improvvisata e assurda di un  fenomeno che bisognava affrontare in maniera ben diversa.
Il sindaco  di Vicenza, che è uomo abile nel capire i tempi e gli umori  dell’elettorato, con un gesto più che condivisibile sebbene tardivo s’è  rifiutato di partecipare alla riunione promossa dal Prefetto veneziano  per affrontare l’ennesimo invio di profughi in Veneto. Viene da  chiedersi chissà perché queste riunioni non si fanno per affrontare  l’emergenza criminalità o perché non viene convocato  il Comitato per  l’Ordine Pubblico e la sicurezza davanti alla razzia sistematica del  territorio. Ma tant’è: Roma ordina e il Prefetto Cuttaia esegue: altri  500 profughi.
Verrebbe da far notare a Roma che il Veneto è già una  Regione satura per quanto concerne il numero di cittadini stranieri  ufficialmente censiti (figuriamoci i dati con i clandestini): siamo ai  primi posti della classifica nazionale assieme a Lombardia,  Lazio,  Emilia. Circa il 10 per cento della popolazione, stando ai dati  ufficiali. Per numero i marocchini sono secondi solo ai rumeni e vengono  prima dei moldavi, ma ci sono province, come quelle di Vicenza e  Treviso, che vedono rappresentate più  etnie di quelle presenti  nell’Onu. Una miscellanea straordinaria. Una polveriera pronta ad  esplodere in verità.
Fino ad oggi, e nonostante i tagli  all’assistenza sociale voluta dai governi tecnici, da Monti a Renzi,  il  sistema solidale veneto ha retto. Ma ora, tra delinquenti che praticano  le loro razzie nel territorio e minacce dell’Isis, tra nomadi che vanno  in  giro armati di kalashnikov e zingari che rifiutano di pagare le  bollette, bande di immigrati che gestiscono lo spaccio di droghe, la  prostituzione e arrivano a sfidarsi in pieno centro storico, la  cittadinanza, davanti all’ennesimo invio di 500 disperati, ha tutte le  ragioni di questo mondo per chiedersi da che parte stia lo stato, uno  stato che è sempre durissimo e pronto  nel chiedere le tasse o  nell’imporre l’ennesima gabella, ma tragicamente restìo nel dare e  pressoché assente nel garantire la sicurezza dei cittadini e il rispetto  della giustizia.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.