Categorie: Politica, Economia&Aziende
Sabato 23 Luglio 2016 alle 10:56
"Vicenza in rovina, Fondazione Roi è l'ultima vittima", questo è il titolo con cui Franco Vanni su la Repubblica di oggi evidenzia la decadenza di Vicenza prendendo ad esempio la vicenda della Fondazione Roi (qui il link a gran parte dei nostri articoli e delle note altrui, ndr), quella che per averla raccontata e documentata ci è costata una citazione per danni da un milione di euro, se ci consentite forse ben più grave di quella a Barbara Ceschi a Santa Croce che avrebbe effetti personali se andrà in porto mentre quella contro di noi (per il tramite del nostro direttore Giovanni Coviello) è un attacco preciso, diretto e per via ecomica (i costi legali da sostenere per dimostrare la correttezza documentale dei nostri appunti) alla testata (l'unica ad aver raccontato e documentato copiosamente a Vicenza quello che stava succedendo in Banca (e fuori) e poi l'ha raccolto nelle 342 pagine di "Vicenza. la Città sbancata"), alla sua sopravvivenza e, quindi, alla libertà di stampa.
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Categorie: Fatti, Economia&Aziende
Venerdi 22 Luglio 2016 alle 20:01
Da LiveSicilia
Si è ucciso all'interno del suo studio, al centro della ricca Bassano del Grappa, con un colpo di pistola. Gianpietro Procopi aveva 75 anni e da anni era un consigliere d'amministrazione di Banca Nuova, l'Istituto di credito di proprietà della Banca Popolare di Vicenza, da mesi al centro di inchieste sulla presunta cessione a investitori e correntisti di azioni "fasulle". Non è ancora chiaro se il gesto dell'uomo sia legato proprio alle vicende che riguardano la banca, che in questi giorni verrà sommersa da decine di richieste di risarcimenti da parte di imprenditori e risparmiatori ai quali è stato proposto l'acquisto di azioni rivelatesi in poco tempo poco più che carta straccia. Le motivazioni alla base del suicidio potrebbero essere però chiarite da una lettera che - stando a indiscrezioni - l'uomo avrebbe lasciato proprio nel suo studio. Gli inquirenti stanno indagando in ogni direzione e hanno posto sotto sequestro l'ufficio dell'amministratore.
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Categorie: Banche
Venerdi 22 Luglio 2016 alle 09:21
Finint «arruola» Perissinotto. Dopo l’arrivo di
Luciano Colombini, l’ex direttore generale di
Popolare di Vicenza, venti giorni fa, da amministratore delegato di Banca Finint, ora la finanziaria di Enrico Marchi ed Andrea De Vido mette a segno il secondo colpo con l’ex amministratore delegato delle Generali, nominato presidente di Finint Investments sgr, la società di gestione del risparmio nell’ambito dell’area operativa che fa capo a Banca Finint. Ancora una delle aree di competenza di Andrea De Vido, in cui il socio storico di Marchi viene sostituito da un manager, in un processo di presa di distanza dai ruoli di prima linea, interpretato come il preludio di una rottura definitiva tra i due, che invece non c’è stata.
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Categorie: Infrastrutture
Giovedi 21 Luglio 2016 alle 10:48
Il blocco dei cantieri e degli indennizzi per chi s’è visto portar via i terreni. Millecinquecento tra operai e professionisti a spasso. Un contenzioso giudiziario epocale per la Regione, il consorzio di costruzione Sis, chiunque sia venuto in qualche modo a contatto col progetto. Ma soprattutto uno scempio ambientale devastante, con un nastro d’asfalto lungo una trentina di chilometri che si perde nel nulla e non serve a nulla, peggio della Valdastico Nord. È questo lo scenario che il governatore
Luca Zaia e il commissario della
Superstrada Pedemontana Veneta (la Spv) Silvano Vernizzi tratteggeranno oggi, giovedì, al ministro delle Infrastrutture
Graziano Delrio, nel corso dell’incontro previsto a Roma, nel tentativo di convincerlo a sbloccare l’impasse venutasi a creare nell’emissione da parte di JP Morgan del project bond da 1,6 miliardi indispensabile per dare copertura al piano finanziario della Grande Opera (tecnicamente si tratta del closing bancario).
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Categorie: Banche
Giovedi 21 Luglio 2016 alle 09:48
Stavolta hanno deciso che fare massa, mettersi tutti insieme a sfilare per le strade di Treviso, terra di risparmiatori e partite Iva, era il modo migliore per mostrare quanti e quanto arrabbiati siano i piccoli soci delle ex banche popolari venete. Si sentono truffati, beffati, umiliati da coloro a cui avevano affidato i soldi di una vita. Avevano accanto le associazioni e la politica «per la prima volta», hanno voluto sottolineare i mille che seguivano il corteo guidato da don Enrico Torta. Chiamati in causa tante volte in questo anno e mezzo, erano in prima fila lungo le vie della città : trenta sindaci col tricolore, consiglieri regionali, il governatore Luca Zaia, tanti amministratori venuti a portare solidarietà per fare squadra davanti al dramma di tante famiglie che hanno perso migliaia di euro di risparmi.
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Categorie: Banche
Mercoledi 20 Luglio 2016 alle 09:47
Il colpo fortunato la famiglia Vespa l’ha fatto nel luglio del 2013, quando il consiglio d'amministrazione di
Veneto Banca ha deliberato il riacquisto da
Bruno Vespa, conduttore di Porta a Porta, di 267958 azioni della banca. Con lui si sono liberati di quasi tutta la partecipazione gli altri membri della famiglia: la moglie Augusta Iannini (6416 azioni), e i figli Alessandro e Federico (2555 azioni a testa). In tutto 279484 azioni vendute al prezzo massimo mai raggiunto dal titolo e all’ultimo momento buono per salvare il gruzzolo: 11 milioni 332 mila euro. A quanto pare la famiglia Vespa è riuscita a vendere le azioni prima che si polverizzassero, scavalcando la lista d’attesa. Un’irregolarità della quale dovranno rispondere gli uomini della banca, mentre Vespa è stato solo l’utilizzatore finale.
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Categorie: Banche
Mercoledi 20 Luglio 2016 alle 09:29
È scontro tra i rappresentanti legali dei soci di
Veneto Banca e il tribunale di Padova, per la
scelta di archiviare l’inchiesta per truffa nei confronti di
Vincenzo Consoli. La decisione è stata assunta mercoledì scorso dal giudice per le indagini preliminari Mariella Fino, che ha definitivamente chiuso il procedimento che vedeva iscritto nel registro degli indagati l’ex amministratore delegato dell’istituto di credito. Il caso era stato sollevato da un padovano che aveva acquistato 120mila euro di titoli tra l’ottobre 2006 e il dicembre 2008. Ma per il gip l’inchiesta va archiviata in quanto «la notizia di reato è infondata» ma anche perché oramai è tutto prescritto. «Credo abbiano voluto mandare un segnale per evitare che il tribunale di Padova si ritrovasse subissato di cause», dice l’avvocato
Sergio Calvetti, del Movimento difesa del cittadino, che ha già promosso un migliaio di denunce contro Veneto Banca.
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Categorie: Banche
Martedi 19 Luglio 2016 alle 10:23
Unire le due ex popolari di Vicenza e Montebelluna per evitare che il Veneto perda la propria identità finanziaria. Il presidente della Regione
Luca Zaia non è nuovo a questo genere di appello: già nel 2014 vedeva di buon grado la fusione tra
BpVi e
Veneto Banca, e da quando è esplosa la crisi ha sempre insistito sull'opportunità di salvare le due banche mettendole assieme. Ieri, invitando i cittadini a partecipare domani sera a Treviso alla manifestazione in difesa dei risparmiatori, organizzata da don Torta, ha ribadito il concetto dicendo che «dalle ceneri della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca deve nascere una grande banca del Veneto». Un appello che s'inserisce in un clima sempre più teso: ieri alcuni soci di BpVi hanno occupato a Valdobbiadene uno stabile di proprietà della banca. Il gesto non sorprende Zaia: «Nella fisiologia di quanto accaduto» dice «potevamo aspettarci che prima o poi qualcuno puntasse ad un esproprio proletario».
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Martedi 19 Luglio 2016 alle 09:57
Il 13 luglio il giudice per le indagini preliminari di Padova,
Mariella Fino, ha firmato un’ordinanza che, per la prima volta, fissa dei «paletti» non soltanto sulle possibili responsabilità avute dagli ex vertici dell’istituto di credito ma anche sui termini di prescrizione e – più in generale - sulle chance di rivalsa dei soci che hanno visto andare in fumo i loro risparmi, con il crollo del valore dei titoli passato da un massimo di oltre 40 euro ad appena 10 centesimi. La decisione del giudice scaturisce da un’inchiesta, finora rimasta segreta, avviata nel settembre dello scorso anno dal sostituto procuratore di Padova Maria d’Arpa e che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex amministratore delegato
Vincenzo Consoli. Per lui, l’ipotesi di reato era quella prevista dall’articolo 640 del codice penale: truffa.
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