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Analisi del bilancio 2015 gruppo vinicolo del presidente onorario Gianni Zonin: +21% anche in Italia, "fuori dal perimetro" tenute italiane, azioni BPVi a 6,3 euro, posizione finanziaria da valutare e Usa... patria di elezione

Di Edoardo Pepe Mercoledi 2 Novembre 2016 alle 09:57 | 0 commenti

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Se Zonin1821, il brand dell'azienda vitivinicola Casa Vitivinicola Zonin spa, leader nel settore a livello italiano e internazionale, ha chiuso positivamente il bilancio semestrale 2016 con un incremento del fatturato del 21% rispetto ai primi sei mesi del 2015 (in fondo riportiamo la nota ufficiale ziendale), particolarmente positivo è il bilancio 2015, quello coincidente con l'uscita di Gianni Zonin dalla Banca Popolare di Vicenza dopo il crack che ha coinvolto oltre 118.000 soci risparmiatori. L'analisi è fatta da Marco Baccaglio, un esperto del settore, che l'ha pubblicata sul suo blog I numeri del Vino e ha ripreso l'analisi degli affari di Zonin dopo che l'aveva interrotta nel 2012 per assenza di "fonti" che gli consentissero di andare dentro e oltre i numeri.

Una prima, veloce, osservazione che nasce dalla sua lettura è che anche nel 2015 la Zonin è cresciuta in Italia, nonostante l'immagine apparentemente compromessa del suo dominus all'epoca ancora ufficialmente in campo.

Se è più complesso valutare quanto peserà in prospettiva 2016 l'aver valorizzato nelle poste patrimoniali 2015 le quote residue possedute nella BPVi al valore di recesso di 6,3 euro ognuna, senza registrare le perdite conseguenti alla quotazione effettiva di 10 centesimi, sarebbe poi, maliziosamente, interessante conoscere meglio la composizione delle esposizioni finanziarie (chi finanzia l'azienda, per quanto e da quando).

L'azienda, comunque, è fortemente orientata all'export con una forte crescita in Usa, dove Gianni Zonin (spesso o anche di più?) risiede avendo come base la tenuta di Barbousville in Virginia e in Uk, per cui non sembrano esserci degli impatti sull'attività dalle (ipotetiche) vicissitudini personali di Gianni Zonin, che ora ne è presidente onorario dopo aver ceduto, almeno formalmente, proprietà e bastone di comando ai figli. E perlomeno anche nella previsione 2016 non sembrano essercene.

Probabilmente sarà più dannosa la "Brexit" che la "Giannexit", se pure fosse totale... e poi, come sottolinea Marco Baccaglio, rimangono "fuori dal perimetro aziendale le tenute italiane (mentre sono incluse quelle estere), che assorbono una parte immagino significativa dei profitti".

Della serie che la lettura reale trasparente di ogni bilancio è possibile solo se a leggertelo completamente è chi lo ha complilato e sottoscritto...

 

Zonin - risultati 2015 

di Marco Baccaglio

Dopo qualche anno di assenza, ripropongo oggi i numeri di Zonin, di cui sono riuscito a ottenere i bilanci. L’azienda ha in questi anni messo a segno un forte progresso commerciale (le vendite sono raddoppiate tra il 2009 e il 2015), anche se i margini restano molto bassi per via della struttura del modello di business e l’utile netto è stato fortemente impattato dalle perdite sulle coperture cambi. Infatti Zonin tiene fuori dal perimetro aziendale le tenute italiane (mentre sono incluse quelle estere), che assorbono una parte immagino significativa dei profitti. La forte connotazione internazionale è certamente un punto di forza, anche se le vendite italiane proprio nel 2015 hanno visto un deciso incremento (+21%), che è corrisposto con una ridefinizione della strategia commerciale nei confronti della grande distribuzione, che continua nel 2016.

Trainata anche dal Prosecco (che crea vendite ma mette anche pressione ai margini…), nella parte sulle previsioni 2016 Zonin lascia intravedere un altro anno di crescita simile al 2015: se così sarà il fatturato dovrebbe raggiungere quota 200 milioni di euro, accompagnato da un “incremento della redditività, maggiore attenzione sulla valorizzazione e distribuzione dei vari marchi e riduzione della posizione finanziaria netta”.

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  • Il fatturato cresce nel 2015 a 183 milioni, con un progresso del 21% in Italia e del 13% all’estero, che rappresenta con 145 milioni il 79% delle vendite.
  • Essendo la crescita più guidata dai volumi che non dal prezzo/mix, si appesantisce anche la struttura dei costi, con un netto incremento del costo del personale (nuova linea produttiva). Ne consegue un margine operativo lordo di 11 milioni di euro, il 6% delle vendite come lo scorso anno. A livello operativo, Zonin evidenzia un leggero aumento degli ammortamenti, a causa degli investimenti realizzati, che limita l’incremento dell’utile operativo a 8 milioni di euro. Si tratta di un miglioramento rispetto al 2014, ma come vedete dalla tabella è comunque allineato al 2013 e ancora inferiore al 2012.
  • L’utile netto invece nel 2015 scompare a causa delle rilevanti perdite sulle coperture cambi (3 milioni di euro) e di una tassazione particolarmente pesante (65%).
  • A livello patrimoniale il debito scende un po’ rispetto al 2014 (42 milioni rispetto a 44), che però aveva rappresentato un picco storico per l’azienda. Il capitale investito di 94 milioni di euro è stabile rispetto allo scorso anno, nonostante un leggero e strutturale incremento del fabbisogno di capitale circolante (54 milioni contro 52 del 2014).
  • Dopo anni piuttosto difficili, la struttura finanziaria sembra sotto controllo, con un debito su EBITDA di 3.8x volte (4.6x nel 2014). C’è da aspettarsi un deciso miglioramento se le previsioni contenute nel bilancio (redatte all’interno di un piano 2016-2018) si realizzeranno.
  • Il ritorno sul capitale torna sopra l’8% dopo il vistoso calo del triennio 2012-14. Si tratta di un dato piuttosto volatile, data la scarsa dotazione di capitale dell’azienda (meno di 40 milioni di euro di attività tangibili), derivante dalla caratteristica preponderante di attività commerciale.

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*La nota ufficiale del gruppo sulla semestrale 2016

I risultati confermano il percorso di continua crescita intrapreso negli ultimi anni dall’azienda che, grazie alla presenza in oltre 110 Paesi, si conferma una realtà vitivinicola tra le più rilevanti e riconosciute per validità del modello gestionale e capacità di innovazione.
Al 30 giugno 2016 ZONIN1821 ha registrato a livello consolidato un fatturato netto pari a 82,8 milioni di Euro, in aumento del 21% rispetto ai 68,3 milioni di Euro conseguiti nei primi sei mesi del 2015. A questo risultato hanno contribuito soprattutto l’ottimo andamento delle due società controllate Zonin UK e Zonin USA, che chiudono i primi sei mesi del 2016 con un fatturato netto rispettivamente a 20,87 milioni di Euro (+54% rispetto alla semestrale 2015) e 25,36 milioni di Euro (+35% rispetto alla semestrale 2015).

Zonin USA, in particolare, ha recentemente intrapreso un nuovo corso con l’ingresso nella posizione di National Sales Manager di Shawn Balzano, proveniente da una lunga carriera in Palm Bay International, che lo scorso 27 giugno si è unito allo staff di 45 persone diretto da Tim Matz con l’obiettivo di far crescere ulteriormente la presenza di ZONIN1821 nel mercato statunitense.
“ZONIN1821 prosegue con successo la strategia di internazionalizzazione, che oggi porta i propri frutti e ci permette una crescita costante sui mercati esteri. Una strategia che ha avuto un forte impulso a partire dal 2006, anno nel quale io e i miei fratelli abbiamo deciso di investire nella creazione di una rete distributiva innovativa che promuovesse al meglio i vini delle nostre tenute e le unicità dei territori italiani” ha commentato il Presidente di ZONIN1821, Domenico Zonin.
“I vini a marchio Zonin e delle nostre tenute ci permettono di soddisfare la curiosità dei consumatori internazionali nei confronti dell'incredibile biodiversità italiana e incontrare le loro preferenze, con particolare successo nei mercati anglosassoni come USA, U.K., Canada e Australia”.
“Oltre all’importante crescita del fatturato, i primi sei mesi del 2016 forniscono segnali confortanti sia a livello di marginalità che di coefficienti patrimoniali” ha sottolineato Massimo Tuzzi, Amministratore Delegato di ZONIN1821. “Questi dati confermano il trend deciso di crescita dell’azienda e ci consentono di guardare al futuro con fiducia e con la convinzione di raggiungere in tempi brevi il target di fatturato di 235 milioni di Euro previsto dal piano industriale 2016-2018”.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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