VicenzaPiù: minuto per minuto l'assemblea di Confindustria di Vicenza e di Verona. E poi tocca ai video
Lunedi 16 Giugno 2014 alle 16:46 | 0 commenti

Da Torri di confine Gambellara Giovanni Coviello e Carlo Calcara
Stiamo aggiornando dalle 16,46, da prima del suo inizio, le informazioni sull'assemblea congiunta degli industriali di Vicenza e di Verona in corso a Torri di confine in quel di Gambellara. E' molto efficiente l'organizzazione a parte (oltre alla mancanza di un caffè per i colleghi al lavoro, come ha fatto notare a noi neofiti dell'assemblea un giornalista di lungo corso) il collegamento WiFi, così gratuito da andare a strappi e da causare la cancelazione dei nostri primi flash.
Non ci abbattiamo, seguendo anche il messaggio del presidente di Confindustria Verona che, copiato un suo prodotto, ha detto: «Ripartiamo e ne facciamo uno migliore!»-.
Per cui cominciamo a usare qil WiFi del nostro hot spot e proviamo a ricostruire in estrema sintesi quanto "saltato" e a continuare il nostro racconto riservando al video completo dell'intervento di Renzi e alle due interviste finali a Zigliotto e Variati il compito di fare un'ulteriore sintesi dal vivo dei temi odierni.Â
16.46 L'antefatto
Il pomeriggio inizia con Giuseppe Zigliotto e Giulio Pedrollo, rispettivamente presidenti di Confindustria Vicenza e Verona, intervistati da Alessandra Viero, ma ad anticipare la colonna sonora prevista è, in un capannello di colleghi, Roberto Zuccato, presidente di Confindustria Veneto che così riassume l'atteggiamento politico dei "suoi" rappresentati: «Siamo sempre stati abituati a lavorare e tanto, per cui la politica sembrava fuori dai nostri orizzonti pratici. Poi non è bastato lavorare e sono nate le difficoltà legate al sistema Italia e alla politica che lo governa. E con le difficoltà sono nati i nostri voti di protesta. Ora che intravediamo in Matteo Renzi un premier che sta provando a trasformare le parole e le promesse in fatti abbiamo deciso di dargli la nostra fiducia. Bisogna prendere le distanze da quei quattro mascalzoni che hanno infangato il buon nome dell'imprenditoria, non bisogna lasciare che questi cattivi esempi blocchino le grandi infrastrutture perché è da quei progetto che deve ripartire la rincorsa dell'Italia alla testa dell'Europa, che deve essere il traguardo principe per noi, per riportare l'Italia laddove più le conviene».
Ore 17.35 La questione corruzione e burocrazia con la lista dei desideri
"Il mostro burocrazia mette ansia, il normale cittadino lo soffre avendo paura di sbagliare, e questa è la realtà che ogni giorno gli imprenditori debbono affrontare, è questo uno dei nodi principali da sciogliere per poter far crescere per davvero il rilancio, che c'é e deve essere aiutato" queste le parole di Pedrollo, che unito a Zigliotto nella condanna della corruzione usa un tono apparentemente più deciso. Se il presidente vicentino stigmatizza decisamente gli effetti negativi del comportamento di «4 malfattori» e preannuncia regole per escluderli da Confindustria con dei distinguo, però, tra autori singoli dei comportamenti illegali e aziende da loro dirette, che sembrerebbe voler salvare dalla "condanna", il collega veronese è duro contro «la corruzione» tout court che non sembra ridurre a pochi reponsabili.
Ore 17.30 Renzi c'è. E con lui, tra i vicentini, Variati, Schneck, Ginato, Santini, i sindacati
C'è fin dall'inizio e in prima fila (politica e logistica) il tanto atteso e ora amato presidente del Consiglio Matteo Renzi. E a fargli da ala oltre a Squinzi, Marcegaglia, Zaia ci sono, tra i vicentini, in prima fila il sindaco di Vicenza Achille Variati (a cui diamo atto di essere rimasto, tra i non molti tra i "vip" ad «ascoltare» fino all'ultimo) e il commissario della provincia Attilio Schneck, "seguiti", in altre file ma non per questo meno importanti, da parlamentari del Pd, come l'on. Ginato, il senatore Santini e la senatrice Filippin, da rappresentanti di tutti i sindacati ammessi ai tavoli istituzionali, tra cui Grazia Chisin della Uil, dal vice sindaco Bulgarini, dagli assesori Rotondi, Zanetti, dal questore Sanna e così via scusandoci per chi non citiamo non avendo visto tutti di persona.
Ore 17.40 L'intervento di Renzi in video grazie a VicenzaPiùTv
Presenteremo in video e in collaborazione con VicenzaPiùTv tutto il discorso di Renzi, che ha bloccato gli applausi continui iniziali perché, ha detto, «sono qui evitando di fare solo discorsi demagogici, per cui risparmiamo tempo e andiamo sul concreto...». Il concreto attacco, soprattutto, alla corruzione, alla burocrazia e agli sprechi nel terziario e il richiamo alle capacità dell'Italia da far valere anche in Europa dal 2 luglio, inizio del semestre italiano («da quel giorno ci sentiranno!») gli ha fatto guadagnare a fine discorso un applauso lungo e scrosciante con un'appendice significativa: alla sua uscita molti dei presenti sono usciti, per andare al bar o per tornare a casa: Come a dire: Renzi vale più di tutti gli altri messi insieme... Â
Ore18.23 Sul palco Elena Zambon e Sandro Veronesi
Due esempi dell'eccellenza imprenditoriale veneta, con il passaggio di testimone dalle parole di Renzi alla presa di responsabilità degli stessi imprenditori.
"Siamo consapevoli - dice Zambon - che adesso la responsabilità è anche sulle nostre spalle, dobbiamo puntare sull'etica, per ripulire il mondo dell'imprenditoria e cercare nell'esempio di coloro che prima di noi hanno affrontato le crisi e trovare lo spunto per superare questo momento."
"Il fatto che ci siano questi problemi di etica, di scorrettezza - dice Veronesi - dipende dal percorso personale che ognuno decide per se, io mi ritrovo un po' a margine della questione, non posso dare tangenti alle donne per comprare le mie mutande, sono vent'anni che vengo a queste riunioni, ed il gioco delle parti è lo stesso di sempre, stasera tornerò a casa facendo come non ci fossero buone nuove all'orizzonte, in Italia bisogna crescere puntando al mercato estero, aprire la strada per tutte le aziende partendo proprio dalle eccellenze nostrane"
"Siamo continuamente sfidati nella ricerca e nel progresso dai nostri concorrenti internazionali - prosegue Zambon - la ricerca deve essere alla base del modello di business, che deve essere orientato verso l'esterno, bisogna accelerare per tenere il passo, vivacizzare il modello di investimenti per poter tornare a competere in tutti i campi. Noi Italiani siamo tra i migliori nella ricerca, ma bisogna valorizzare gli sforzi sul territorio"
"I primi nel campo della moda accessibile sono Spagna, Svezia e Cina, noi siamo rimasti indietro - attacca Veronesi - perchè abbiamo avuto paura di diversificare, di cambiare le cose, dobbiamo avere una cultura di gruppo, seguire chi fa strada per far crescere le imprese più piccole, e bisogna smetterla di auto estromettersi dallo sfidare le aziende estere, perché le capacità le abbiamo, bisogna solo aiutare gli imprenditori, la burocrazia in tal senso è un freno importante"
"Oggi con il mondo aperto bisogna rassegnarsi alla realtà di essere copiati, vedendo il disinteresse da parte delle istituzioni per quanto riguarda l'investire viene voglia di uscire, di cercare fuori le risposte per il rilancio personale, ma è questo il nostro paese, e dobbiamo lottare per migliorarlo, non dobbiamo morirci qui, e la finestra è sempre aperta, ma solo rimanendo sul territorio il trend può essere invertito"
Ore 18.54 Sul palco Elena Marcegaglia e Nicola Rossi
"A me piace di Renzi la sua celerità ed il suo coraggio nel voler rompere certi schemi che hanno sempre caratterizzato il nostro paese - esordisce Marcegaglia - il processo è iniziato, c'è la possibilità di cambiare e ci sono i presupposti, noi imprenditori abbiamo un ruolo fondamentale in questo, vanno fatte le riforme, perché qualcosa di buono è già stato fatto, ma ci vuole molto di più!"
"Io penso che l'opportunità di portare il paese fuori da questo tunnel partendo anche dal turno italiano alla presidenza europea sia una realtà fattibile - dice Rossi - ma la strada è quella della semplificazione, partendo proprio dall'alto della poltrona europea, da cui dovrà partire il dictat per quelle che saranno le riforme che cambieranno le carte in tavola nei prossimi anni, per la flessibilità e l'ammodernamento dello stesso sistema Europa. Se saremo in grado di sostituire l'asse franco-tedesco che si è andato sfaldando dipenderà solo dalle nostre capacità "
 Ore 19.24 la parola a Squinzi
"Senza la ripartenza dell'impresa è l'unica strada per far ripartire l'Italia -esordisce Squinzi - I punti fondamentali sono la riforma della burocrazia, il mio sogno è quello degli Stati Uniti d'Europa, siamo ad uno snodo cruciale, ma bisogna avere il coraggio di saltare su questo treno, pena il rischio di perdere per sempre questa corsa a favore degli interessi locali e campanilistici. È difficile dare una scadenza al governo Renzi, bisogna agire, c'è da colmare un gap di decenni e bisognerà sudare per recuperare tutto il tempo perso. La sfida è anche sul piano fiscale, con il dimagrimento del cuneo fiscale, che è un altro dei punti focali della questione, bisogna semplificare per poter vedere la luce alla fine del tunnel. Quello che affonda il paese è il costo del lavoro, alcuni imprenditori si sono arresi, ma bisogna continuare a lottare, bisogna rendere difficile la vita a chi agisce al di fuori delle regole in favore di chi denuncia e di chi lavora nella legalità .
E come ha detto Renzi è proprio la semplificazione la strada per liberare il mercato da questa che è a tutti gli effetti una turbativa della concorrenza leale.
Abbiamo perso molto nel campo dell'edilizia, che è un campo a grandissima densità di occupazione e a basso tasso di importazione, l'investimento sulle infrastrutture sono il futuro del continente, su questo e sulla ricerca siamo tra i più indietro a livello europeo.
La realtà parla di un Italia che è al secondo posto nel manifatturiero a livello mondiale, tantissime nostre imprese sono forti, quello che ci fa da zavorra è il crollo del mercato interno, dovuto alla spesa pro capite che nel nostro paese è letteralmente crollato.
Il rinnovamento della classe politica è un passo doveroso per restituire trasparenza e competenza alla politica italiana, stiamo perdendo per strada due generazioni di lavoratori, non c'è più tempo da perdere, il futuro del lavoro in Italia è sul banco oggi e noi dobbiamo riuscire ad indirizzarlo nella maniera più corretta, modificando gli sprechi che fin qui hanno caratterizzato la realtà italiana del mondo del lavoro."Â
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