Quotidiano | Categorie: Giudiziaria

Una corona di fiori rossi per le morti bianche tra le tute blu Marlane Marzotto

Di Andrea Polizzo Giovedi 1 Gennaio 2015 alle 15:38 | 0 commenti

Praia a Mare. Nostro servizio. Chi ora si batte per la bonifica dei terreni dell'area di proprietà della Marzotto li ha ricordati così, con una corona di fiori rossi. Ma erano non più di 20. Freddo e veglione di capodanno battono la manifestazione commemorativa per le morti "tradite" dalla sentenza Marlane Marzotto del 19 dicembre.

Non più di venti, la mattina del 31 dicembre 2014, le persone che hanno deciso di partecipare alla commemorazione per le tute blu della Marlane Marzotto di Praia a Mare morte per tumore.
Insolitamente, e nonostante il sole, la temperatura in riva al Tirreno cosentino è bassa. Non superiore ai 4 gradi. Il resto lo fanno il vento che, gelido, mette alla prova la resistenza dei presenti. Le mani si sfregano l'una contro l'altra. I piedi battono a terra. "Che freddo": è il tormentone che riecheggia nel piazzale della Marlane e rimbalza sulle pareti corrose dal tempo e dall'abbandono.
Non un motivo sufficiente, però, per giustificare il fatto che solo un paio di decine di persone siano interessate a ricordare le oltre 100 morti bianche della Marlane.
La presenza di un paio di telecamere, Rai regionale e Rete 3 Digiesse, non basta a scaldare l'atmosfera.
Dove sono i cittadini? Viene da chiederselo. È la vigilia del nuovo anno. Saranno intenti nelle ultime faccende in vista di veglioni casalinghi o da ristorante. Che vuoi farci? La vita va avanti.
L'iniziativa era stata organizzata dal Comitato per la bonifica dei mari, fiumi e terreni della Calabria. Anche loro sono in pochi, ma rappresentano la maggior parte dei presenti e non sono neanche tutti di Praia a Mare e Tortora.
Tra di loro c'è Luigi Pacchiano, ex operaio e querelante della prima ora dei padroni del Nord. Dalle sue denunce, anche, partono le indagini della Procura della Repubblica di Paola attorno a tutte quelle morti e all'inquinamento dei terreni circostanti. Tanti anni di indagini (3 faldoni distinti poi accorpati nel processo Marlane) che lo scorso 19 dicembre si è concluso con la sentenza di primo grado assolutoria con formula piena.
Nel piazzale di fronte allo stabilimento se ne continua a parlare. Nonostante il freddo diventi sempre più insopportabile. Pacchiano quasi impreca. Non si spiega come mai, nonostante la gran mole di prove prodotta, le cose siano andate così. Alcuni operai sono persino giunti ad autodenunciarsi - racconta ancora una volta l'ex operaio - indicando i punti precisi dove hanno seppellito i fanghi. E poi scattano i racconti di fabbrica e delle condizioni di lavoro. I contatti con le sostanze che avrebbero causato i tumori agli operai ammalatisi e poi morti.
Tra gli astanti c'è anche Francesco Saccomanno, segretario cosentino di Rifondazione comunista che ascolta interessato e cerca di capirci qualcosa di più. Affianco a lui anche Antonio Mandarano, coordinatore del movimento l'Alternativa. Il segretario provinciale di un partito extra parlamentare e il coordinatore di un gruppo politico fuori dal Consiglio comunale di Praia a Mare. La rappresentanza politica è tutta qui.
Come da programma, l'iniziativa si conclude al cimitero di Praia a Mare con la deposizione di una corona di fiori in memoria dei lavoratori deceduti.
A deporla all'interno del cimitero praiese due donne, le uniche due parenti di operai presenti alla manifestazione.
"Quando abbiamo ascoltato la lettura della sentenza in aula - racconta Anna - su di noi è calato il gelo. È una sentenza ingiusta. Ora battiamoci per la bonifica dei terreni, lo dobbiamo ai nostri figli che ancora vivono qua e per i quali siamo preoccupati. Non sappiamo cosa aspettarci anche se sappiamo che il 2017 sarà l'anno del picco dell'incidenza tumorale. Partecipare oggi era il minimo - conclude amaramente - ma evidentemente non siamo ancora a pronti a difendere la nostra salute".
Tornando a casa, il freddo è ancora più forte. Le mani in tasca non bastano. Invece che venti, fossero stati 2mila! Allora, sì, che avrebbe fatto meno freddo. Si ripassa da via Nazionale e si osserva quello scatolone vuoto che è oggi la Marlane. Pane e benessere. Morte e sofferenza. Tutto in uno. Ma, tanto, a giudicare da oggi o da altre manifestazioni del passato, la cosa non importa a più di una ventina di persone.


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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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