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Jobs act, anche VicenzaPiù assume a tempo indeterminato: ora si può fare!

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 3 Gennaio 2015 alle 13:41 | 2 commenti

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Media Choice srl, editrice del network multimediale VicenzaPiù, da gennaio, in base a un piano di potenziamento societario, editoriale e organizzatico, in contro tendenza nel settore dei media e di cui a breve informeremo anche i nostri lettori e i nostri partner pubblicitari, passati e  futuri, da gennaio assume a tempo indeterminato due collaboratori, a cui altri progettiamo di aggiungere, approfittando delle norme per questo tipo di contratti previste dal Jobs Act. 

Non ne traiamo conclusioni assolute ma prendiamo atto che per noi è stato più agevole assumere a tempo indeterminato che non con i soliti contratti di altro tipo: si può fare! Ecco ora un'altra testiminianza.

Il direttore

 

Lavoro, prime assunzioni a tutele crescenti Miotto: «La riforma ora c’è, basta alibi»

di Gianni Favero*, da Il Corriere del Veneto

«Non vorrei continuare a passare per il solito inguaribile ottimista. Ma grazie al Jobs Act il 7 gennaio assumerò con contratto a tempo indeterminato e a tutele crescenti il 4% della mia forza lavoro». A tagliare la testa al toro, e a bypassare così tutte le perplessità del mondo imprenditoriale sulla riforma del lavoro - fatti di «servirà-non servirà», «aspettiamo i decreti attuativi e vediamo» - è Luciano Miotto vicepresidente vicario di Confindustria Veneto con delega alle relazioni industriali e al mercato del lavoro. Che già mette in moto le prime assunzioni in regione con la nuova formula.
Miotto, titolare di Imesa Spa, azienda di Cessalto, nel Trevigiano, che produce lavatrici industriali e occupa un centinaio di addetti, nel 2014 ha inserito in organico 4 lavoratori fra i 170 messi in mobilità da un mobilificio sull'altro lato della strada. Un primo contratto a termine di sei mesi e poi, visto che i ragazzi si erano convertiti molto rapidamente al nuovo settore, altri sei con un nuovo contratto. Ora in scadenza. «Lavoro continuiamo ad averne, non ho intenzione di perderli - dice Miotto -. Al di là di questo, fatti i conti, il nostro responsabile dell'ufficio risorse umane si è detto convinto che il contratto a tutele crescenti conviene davvero». In un primo caso che pare anticipare positivamente l'atteso secondo «effetto trascinamento», cioé di trasformazione dei contratti da determinati a indeterminati a tutele crescenti, che si spera di vedere con la riforma, dopo il primo, con ventimila contratti a termine in più in Regione, registrato con la riforma Poletti.
La testimonianza s'inserisce in una giornata, ieri, che ha visto giungere numeri sull'economia e l'occupazione venete nel 2015. Da un lato la Cgia di Mestre, rilanciando dati di Prometeia, prefigura un Pil regionale in crescita dello 0,7% (era +0,2% a inizio 2014), un aumento dei consumi delle famiglie dello 0,9% (era +0,2%), delle esportazioni del 3,9% (+3,7%) e una flessione, pur lievissima, del tasso di disoccupazione (7,2% contro 7,3%). Dall'altro osservatori politici e sindacali ribadiscono prudentemente che il Jobs Act, senza ripresa vera, migliorerebbe la condizione di chi già lavora, senza generare nuova occupazione.
«Io credo - è invece il punto di vista di Miotto - che anche il solo ammorbidimento di certe rigidità portato dalla riforma possa creare posti di lavoro in più». L'ipotesi è la seguente: se da qualche parte esistono imprenditori più disposti a premere sull'acceleratore degli straordinari e dei turni festivi dei dipendenti che hanno, pagandoli dal 25% al 50% in più, anziché azzardare nuovi ingressi in organico per i vincoli che sorgerebbero per un'eventuale futura necessità di licenziamento, ora questo timore viene a cadere. Almeno, con il Jobs Act pare ridimensionarsi, al punto da rendere preponderanti i risparmi connessi alla decontribuzione per tre anni prevista per i nuovi contratti.
«Senza contare che avere più persone impegnate in uno stesso segmento della produzione - riflette ancora il numero due di Confindustria Veneto - è un vantaggio anche per la trasmissione della conoscenza. Spero che i miei colleghi industriali mi permettano un po' di autocritica verso la categoria. Abbiamo invocato per anni una riforma del mercato del lavoro e ora, per quanto perfettibile, ce l'abbiamo. Di cos'altro abbiamo bisogno? Come Confindustria inizieremo senz'altro nei prossimi giorni a spiegare come sfruttare lo strumento. Immagino che nell'artigianato questa operazione possa essere un po' più faticosa; ma non c'è dubbio che i vantaggi ci sono anche per le piccole imprese».
Rimane che i decreti attuativi mancano ancora quasi del tutto. Finora, la vigilia di Natale, si sono fissate le regole sugli indennizzi che sostituiscono i reintegri in caso di licenziamento, cioè le variazioni all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori per i nuovi assunti, e di ammortizzatori sociali per i disoccupati, la cosiddetta «nuova Aspi». Gli altri decreti dovrebbero arrivare entro marzo. «Secondo le mie informazioni - conclude tuttavia Miotto - per assumere da subito lavoratori con il contratto a tutele crescenti abbiamo già tutti gli elementi sufficienti».


Commenti

Inviato Domenica 4 Gennaio 2015 alle 14:22

Forse è il caso, come giustamente fa osservare il Prof. Tiraboschi su Twitter, che il Jobs Act non è ancora legge dello Stato, (forse per Febbraio,) di avvisare Miotto che se li assume il 7 gennaio si becca ancora il vecchio art.18
Inviato Lunedi 5 Gennaio 2015 alle 00:48

VicenzaPiù assume perché vuole farlo e ha creato le condizioni per poterselo permettere, perché ha persone in gamba con cui sente di doverlo fare anche se con i tempi giusti e perché è già attivo il bonus contributivo. E l'articolo 18 non può spaventare le aziende che vogliono assumere sul serio, giusto?. Speriamo sia lo steso per il presidente Miotto
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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