Lubecca (ri)chiama Vicenza
Martedi 1 Gennaio 2013 alle 12:31 | 0 commenti

Mentre la mezzanotte che saluterà l'arrivo del 2013 si avvicina sto chiacchierando con un giovane architetto di Lubecca davanti al Jazz Café di Mühlensttrasse. Mi sta spiegando di come la città tedesca ha cercato di salvaguardare la sua sua impronta di importante e rinomata città storica nell'operazione che negli anni ha riqualificato la zona meridionale del centro storico.
Mi spiega come gli interventi recenti, a partire dagli hotel Radisson, pur modernissimi, hanno preservato il continuum visivo con la città vecchia. Conosce bene Vicenza e guarda caso cita l'intervento del nuovo teatro progettato da Gino Valle e quello a borgo Berga relativo al nuovo palazzo di giustizia. Che descrive come avulsi e anarmonici col contesto. Purtroppo é vero. Le due iniziative sono la metafora non di un modo di concepire l'urbanistica votato da mezzo secolo al disposto combinato tra rendita fondiaria e mancanza di visione. E gli schieramenti politici non c'entrano. É il sentire comune che manca mentre la cultura che dovrebbe permettere lo slancio vitale della città deperisce in una danza macabra votata alla mancanza di idee e di coraggio. Stamani girando per Lubecca, tutto é tornato in ordine dopo la baraonda della nottata. In Germania non c'è alcun paradiso, ma c'é una parte della nazione che ha in mente una idea di Paese; é ben qualcosa.
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