Lampedusa, diritti dell'uomo o crimini contro gli uomini?
Giovedi 3 Ottobre 2013 alle 20:59 | 0 commenti
 
				
		
Invece leggi vergognose, la  Turco Napolitano prima e la Bossi Fini dopo, fanno dell' Italia un paese  che promulga leggi che consentano il mantenimento della condizione di  sfruttamento degli immigrati, un paese cieco, sordo e muto difronte all’assenza di diritto e alla sofferenza.
Leggi  che hanno operato una compressione dei diritti degli individui  attraverso l'introduzione delle quote per l'ingresso in Italia;  attraverso la discrezionalità delle autorità competenti rispetto al  diritto di asilo, i cui richiedenti vengono rinchiusi, in attesa  dell’esito della loro istanza, in speciali centri di “trattenimentoâ€, i  Centri di Permanenza Temporanea, veri e propri istituti carcerari al di  fuori dello stato di diritto, strumenti di minaccia e costrizione nei  confronti dei lavoratori immigrati per limitarne indipendenza e  possibilità di sottrarsi al ricatto padronale; attraverso il legame  indissolubile che è stato posto tra il diritto al soggiorno in Italia e  l’esistenza di un contratto di lavoro, con la conseguente maggior  debolezza del lavoratore immigrato di fronte al datore di lavoro.
Per  questo riteniamo che non si tratti dell'ennesima tragedia del mare, ma  il risultato delle politiche che hanno sostenuto la paura per il diverso  e l'odio per chi viene in questo Paese in cerca di una vita migliore,  per mascherare una lucida scelta criminale di trarre vantaggio dalla  condizione di ricattabilità e di subordinazione per questi lavoratori.  Ed è per questo che tutti i lavoratori dovrebbero indignarsi e assumere  su di se la lotta per l'affermazione del diritto a una vita dignitosa  per tutti.
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