Opinioni | Categorie: Politica

La spirale del silenzio,bechi e bastonà ...

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 19 Agosto 2010 alle 20:31 | 0 commenti

ArticleImage

Riceviamo da Roberto Ciambetti, asserrore regionale della Lega Nord, questo contributo alla riflessione sul Veneto, che pubblichiamo, come sempre, come stimolo alla discussione.

di Roberto Ciambetti

l 25 marzo scorso moriva Elisabeth Noelle-Neumann, sociologa tedesca che aveva elaborato la teoria della spirale del silenzio.

Questa teoria spiega come i mezzi di comunicazione, e la televisione in primo luogo, possono risultare persuasivi e in grado di manipolare l'opinione pubblica confermando così la potenza incredibile di quella che Lippmann aveva chiamato "fabbrica del consenso".
Bisogna partire dalla spirale del silenzio per capire perché in Veneto non si sia creato un vasto, condiviso e diffuso movimento socio-culturale unitario in grado di sostenere un sentimento identitario, capace di difendere e promuovere l'autonomia veneta. Il Veneto fu l'unica realtà nell'ambito italiano ad avere avuto, per secoli, una storia statuale, proprie leggi e istituzioni autonome, una terra che non ha dovuto pagare il dazio di dominazioni straniere, una nazione con una propria lingua che ha contribuito in maniera determinante anche alla genesi della lingua italiana; ebbene, questa realtà storica è sconosciuta innanzitutto ai suoi stessi abitanti: la storia del Veneto non si insegna nelle scuole, le televisioni non trasmettono notiziari, spettacoli e rubriche in lingua veneta né i giornali vengono scritti in veneto.
Viene veicolata e inculcata l'idea per cui la lingua veneta è residuo del passato, lingua dell'ignoranza delle classi subalterne, priva di dignità: rozzi coloro che l'adoperano.
La spirale del silenzio avvolge nella nebbia questa identità veneta, insinua l'idea di una terra egoista, di evasori fiscali, ignoranti, xenofobi e razzisti: la fabbrica del consenso lavora ventiquattro ore su ventiquattro e arruola nelle sue fila intellettuali, politici, artisti, sportivi; i principali opinion makers negano l'esistenza del veneto, amplificano i suoi difetti, ne inventano di altri, per cui si assiste alla tragica frattura tra classe dirigente e buona parte della popolazione, che nonostante tutto avverte la propria alterità rispetto al resto d'Italia e non si riconosce nelle grottesche ricostruzioni che gli embedded di ogni genere amplificano nei mass media.
Negli uffici statali, intanto, la lingua veneta sparisce: l'italiano, pronunciato alla meridionale, predomina nella lingua burocratica e del pubblico impiego, dai Prefetti fino ai bidelli che, non casualmente, al pari di tanti insegnanti, riescono a colonizzare scuole e far razzia di cattedre. La televisione di intrattenimento, poi, fa il resto: digitale o analogica parla in italiano pronunciato alla romana.
Tutto ciò impedisce di dar vita, almeno fino ad oggi, a fenomeni paragonabili a quella "Renaixença" che nella seconda metà dell'Ottocento animò la Catalunya portando quella regione a conquistare, in una splendida unità interclassista, tra intellettuali e masse popolari, indipendentemente dall'appartenenza politica, la propria autonomia: la bandiera della libertà non ha colore, sventola nella brezza dell'intelligenza di un popolo unito.
Anni e anni di spirale del silenzio vogliono convincerci che il Veneto non esiste, è mero folklore e paccottiglia, al massimo una espressione geografica, cancellando così storia, cultura, lingua e tradizioni. E' straordinario, o tragico, notare come questo sacrificio coincida con una incredibile spoliazione di risorse: ci viene negata la nostra identità e contemporaneamente dobbiamo chiudere servizi, diminuire le prestazioni socio-sanitarie, tagliare fondi per asili, scuole, ricerca, non effettuare investimenti materiali e immateriali perché dobbiamo finanziare e foraggiare alla grande parassitismo, inefficienza, assistenzialismo
... Bechi e bastonà for ever?

 

Roberto Ciambetti
Assessore della Regione del Veneto


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network