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La Grande Guerra e la Cattedrale di Amiens

Di Citizen Writers Lunedi 25 Maggio 2015 alle 14:57 | 0 commenti

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Roberto Ciambetti, assessore Lega Nord

100 anni fa iniziava per il Veneto e il Vicentino quel calvario che chiamiamo I Guerra Mondiale. Non c’è nulla da festeggiare nelle guerre e nemmeno da celebrare se non rammentare il dolore vissuto da tante persone. Così ho scelto questa immagine l’Angelo Piangente della cattedrale di Amiens in Francia per ricordare il dolore e i lutti di quella guerra che segnò l’intero Novecento.

 

La Cattedrale di Amiens è uno dei capolavori dell’arte gotica mondiale e da sola meriterebbe una visita.

Amiens, durante la prima guerra mondiale, si trovava proprio nel fulcro della Battaglia della Somme, una battaglia nella quale morirono oltre un milione di soldati: 410.000 Inglesi, 341.000 Francesi, circa 500.000 Tedeschi. SI stima che il primo giorno della battaglia fu il più infausto nell’intera storia della Gran Bretagna, con più di 20 mila morti e 40 mila feriti, mandati al massacro. Quella battaglia può essere presa a simbolo di tutti i massacri della Prima Guerra Mondiale, anche di quelle carneficine che segnarono le montagne del Vicentino, dal Pasubio al calvario degli Alpini sull’Ortigara, dal Monte Zebio al Grappa.

La Cattedrale di Amiens fu trasformata in un ospedale e in breve l’Angelo piangente divenne per i soldati il simbolo del dolore e della sofferenza. Il cherubino poggia la mano su una clessidra di vetro, simbolo della brevità della vita, mentre il gomito dell’altro braccio riposa su un teschio, la morte: si tratta di una scultura che fa parte del mausoleo del Canonico Guilain Lucas, capolavoro di Nicolas Blasset, conosciuta con l’Angelo Piangente di Amiens, la cui immagine divenne popolare anche come cartolina spedita dai soldati inviati in prima linea.

Ho scelto questa immagine per ricordare quei soldati, senza distinzione di bandiera. Vi invito a visitare virtualmente la cattedrale di Amiens miracolosamente rimasta intatta e meraviglioso capolavoro dell’intelligenza umana: da una parte questo monumento così ricco di storia, suggestioni, ma anche denso di significati religiosi, dall’altro la memoria della Grande Guerra: l’Angelo piangente di Amiens diventa così il punto di collegamento tra uno dei vertici della storia dell’arte dell’umanità con il vertice della crudeltà e la cattedrale assurge a sintesi estrema di due poli contrapposti.

A quanti combatterono e morirono nelle nostre montagne.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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