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"La concia rialza la testa", il primo congresso Uiltec Vicenza con un terzo di sindacalisti stranieri

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 24 Aprile 2014 alle 20:53 | 0 commenti

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UILTEC UIL Vicenza - Con 3657 iscritti nel Vicentino, Uiltec Vicenza è la seconda organizzazione “Uiltec” per numero di iscritti in Italia, e la prima in Veneto. Proprio da questo importante osservatorio composto da lavoratori e lavoratrici della concia, tessile e dell’abbigliamento, del manifatturiero e della chimica, dell'energia e del gas-acqua e dell'artigianato, l'organizzazione nel giorno del suo primo congresso territoriale può dare ai propri iscritti un segnale di speranza di futuro per l’economia provinciale.

Alla presenza del segretario generale nazionale della Uiltec, Paolo Pirani, il riconfermato segretario provinciale Antonio Bertacco ha sottolineato come, seppure ancora timidi, ci siano segnali di ripresa. «Come Uiltec – afferma il sindacalista –  lo abbiamo notato durante il nostro lavoro quotidiano. Nel Vicentino ci sono aziende alla ricerca di personale, si tratta di piccole unità, ma ciò significa che qualcosa ha ripreso a muoversi». E se c’è una ripresa dell’offerta c’è anche il risveglio della domanda. Perché, se è vero che la disoccupazione negli ultimi anni è andata aumentando, è altrettanto reale la tendenza di chi è rimasto senza impiego a scoraggiarsi perdendo progressivamente la spinta a rimettersi alla ricerca di un posto di lavoro. «Rispetto a qualche tempo fa – conferma Bertacco – ci sono molte più persone che si inseriscono nelle liste di mobilità».

Per i settori di competenza della Uiltec, in special modo per il tessile e la concia gli ultimi anni sono stati all’insegna della perdita progressiva di posti di lavoro, che sul piano sociale hanno comportato l’impoverimento delle famiglie e, visto l’alto tasso di impiego di personale straniero, l’allontanamento di quella popolazione che si era stabilita qui per guadagnarsi da vivere. La “battaglia” contro una congiuntura economica sfavorevole a livello mondiale è stata fatta a livello locale, per diminuire gli effetti negativi e devastanti della crisi. Sono state adottate alcune “ricette” per riuscire ad arginare le problematiche più accese. A spiegarle è Antonio Bertacco: «Con la contrattazione integrativa aziendale pensiamo si possa fare molto per l'occupazione. Ne abbiamo degli esempi validi nella concia: grazie ad accordi aziendali, vedi ad esempio quello nella conceria Faeda, si stabilizzano i lavoratori precari con contratti da 36 mesi: in questo senso, abbiamo anticipato l'azione governativa. E grazie all'accordo integrativo riusciamo sempre più spesso a sviluppare una gestione bilaterale degli orari di lavoro, con il monte ore/banca ore: abbiamo esempi come Conceria Pasubio, Conceria Priante, Conceria Veneta. Un altro aspetto da sviluppare è l'estensione della normativa e dell'esperienza del contratto dei chimici sul passaggio generazionale, per favorire l'ingresso dei giovani. Sul welfare contrattuale integrativo possiamo pensare, in terra di forte presenza di lavoratori stranieri come è il Vicentino, a misure di lotta alla povertà, o di sussidi al trasferimento delle salme in patria (con risorse in aggiunta a quanto già eroga l'Inps)». Anche la specializzazione è un’“arma” importante da sfoderare. «Come Uiltec crediamo molto nella necessità di una specializzazione dei lavoratori – sottolinea il segretario provinciale – E' questo il futuro, e per promuovere davvero la rioccupazione bisogna puntare ad un utilizzo razionale, al meglio, degli ammortizzatori sociali, del nuovo mercato del lavoro. Un utilizzo in senso “Nord Europeo”, che punti a mantenere alta la professionalità, la conoscenza dei lavoratori durante tutto il percorso lavorativo in modo da renderli facilmente  rioccupabili  e ricollocabili».

A dare il primo esempio nel segno della specializzazione e del rinnovamento è la Uiltec stessa che in questi anni ha vissuto un profondo processo di rinnovamento dell'intero gruppo dirigente. «Abbiamo vissuto un ricambio generazionale, garantendo all'interno della struttura vicentina la presenza femminile, di cittadini stranieri, di giovani – spiega Antonio Bertacco – l'unico dirigente “senior” oggi è il sottoscritto, su nove segretari e funzionari a tempo pieno». E di questi i sindacalisti di origine straniera – extracomunitaria – in Uiltec Vicenza sono ormai un terzo. «Cerchiamo di dare risposte ad ogni lavoratore, non solo ai nostri connazionali – spiega Victor Nelson, sindacalista ivoriano di 43 anni – ce n'è molto bisogno nelle fabbriche vicentine. In questo sindacato stiamo ponendo le basi per una nuova era: se guardo alla concia, sette od otto lavoratori su dieci sono stranieri. Ma in generale nella manifattura vicentina spesso quasi la metà del personale è composta da immigrati. Il sindacato sta giocando un ruolo importantissimo, per l'integrazione». Sandeep Kaur, sindacalista indiana di 24 anni, è in Uiltec «da febbraio 2011 – dichiara - vediamo che i lavoratori di origine straniera si rapportano più facilmente con noi, si fidano di più. Il livello di integrazione nelle fabbriche vicentine del resto è ancora molto basso. Servono corsi di formazione e di lingua, spesso i dipendenti non riescono a parlare con i datori di lavoro, a capire cosa gli viene detto. E' grave». Gilbert Abasimi, 47 anni, nativo del Ghana, è stato il primo straniero a entrare a tempo pieno in Uiltec Vicenza: «Nelle aziende cominciamo a costruire buone reti di relazione. Per certi aspetti anzi per gli stranieri nel Vicentino la situazione è migliore sul lavoro che fuori: in fabbrica viene riconosciuto un loro ruolo e dei diritti, all'esterno ci sono tutti i problemi che conosciamo nella burocrazia dei permessi di soggiorno e nella difficoltà di ottenimento della cittadinanza».

A dare la carica, spronando a continuare in questa direzione è stato Paolo Pirani, leader nazionale della Uiltec. «La squadra di Vicenza è il paradigma di quello che vuole essere la nostra categoria: sul territorio e nelle aziende, più che a Roma. Qui nel Nordest l'economia si sta in qualche modo rimettendo in marcia, lo vediamo ad esempio dal traffico commerciale sul passante di Mestre che è tornato ai livelli pre-crisi. Il nostro sindacato allora deve dimostrare una grande pragmaticità nella contrattazione integrativa, puntando a migliorare la produttività e soprattutto il lavoro. Servono accordi che favoriscano la stabilizzazione delle assunzioni, una flessibilità senza precarietà. Vedo bene, infine, gli investimenti stranieri nell'industria veneta: ne servirebbero di più. Purtroppo c'è una tendenza del padronato italiano, sia  per brand storici tessili che alimentari, a mettere i soldi “in cascina”. Ci vorrebbe più coraggio». Il segretario Uiltec Uil del Veneto Giannino Rizzo pone l'accento sull'artigianato. «Da un lato, nel tessile vediamo aziende che tornano a produrre in Italia e le ore di cassa integrazione in generale che non aumentano, segnali positivi. Dall'altro, siamo preoccupati nello specifico della cassa integrazione in deroga, che riguarda soprattutto le imprese artigiane del sistema moda: attualmente le risorse presenti per questo ammortizzatore sociale non sono sufficienti a coprire le ore approvate nel 2013 – abbiamo ancora cassa da pagare dell'anno trascorso – oltre che del 2014. Senza cassa i lavoratori fanno la fame: il governo, nazionale e regionale, deve intervenire e finanziare il welfare». Altri operatori Uiltec insistono sulla necessità di una maggiore attenzione al ruolo delle donne e dei giovani nel mondo del lavoro. «Siamo favorevoli a politiche di assunzione delle donne senza discriminazioni – osserva Silvia Bertacco, sindacalista a tempo pieno – un bell'esempio a Vicenza lo abbiamo alla Baxi di Bassano, dove da tempo è operativa una catena di montaggio “per mamme” che si danno il cambio e si autoregolano. Dobbiamo spingere per altri contratti integrativi come questo». Mara Portinari, delegata Uiltec alla “Cotonificio Veneto”, oggi in pesante crisi, insiste sulla necessità di un sindacato che «lavori di più sui giovani, sulla tutela del loro lavoro. Noi avevamo un posto sicuro, da un giorno all'altro non è stato più così: Uiltec lavori su questo».

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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