Indipendenza Veneta: noi unica salvezza dall'Italia che precipita nel baratro
Martedi 26 Febbraio 2013 alle 14:55 | 0 commenti
 
				
		Gianluca Busato, portavoce Indipendenza Veneta - La partecipazione alle elezioni politiche da parte di Indipendenza Veneta aveva diversi obiettivi che potevano essere raggiunti. Il massimo possibile era certamente quello di ottenere immediatamente il 50% + 1 dei voti validi espressi in Veneto, con ciò decretando il game over, con conseguente immediata dichiarazione unilaterale di indipendenza del Veneto, sul modello kosovaro.
Come si poteva ben immaginare tale  obiettivo era validissimo da un punto di vista politico teorico, ma sul  piano concreto era impossibile da realizzare considerate le forze di  comunicazione a disposizione e la decisione di partecipare presa in  extremis solo una settimana prima della consegna del simbolo. Sul piano  concreto la sfida posta da Indipendenza Veneta era invece completamente  diversa. L’indipendentismo veneto soffriva fino a ieri di una malattia,  ovvero il nanismo politico, che non poteva permettere che ci fosse una  autorevole forza indipendentista individuabile dall’elettorato.
 				Il risultato più importante conseguito da Indipendenza Veneta alle  elezioni politiche di ieri è proprio questo: gli elettori veneti hanno  decretato e certificato l’autorevolezza del nostro movimento  indipendentista. In cuor nostro lo sappiamo da tempo, ma ora la prova  viene dai risultati elettorali.
 				Ora la sfida appare enorme, ovvero sconfiggere i partiti italiani  che paiono fortissimi, ma in realtà tale sfida ci fa sorridere, perché  abbiamo superato i gironi dell’inferno costituiti dalla sfida di  crescita, che fino ad oggi costituiva il principale ostacolo alla  nascita della nuova Repubblica Veneta.
 				Il quadro di assoluta ingovernabilità dell’Italia costituisce, nella  sua drammaticità, uno scenario che permetterà ad Indipendenza Veneta di  crescere molto rapidamente e con un buona accoglienza da parte degli  ambienti internazionali, anche perché il prossimo crack italiano sta  terrorizzando il mondo finanziario globale.
 				Il salto di qualità di Indipendenza Veneta è testimoniato  ulteriormente dall’analisi di micromarketing territoriale che fa  emergere risultati molto lusinghieri in tutta l’area del Veneto  centrale, con picchi di eccellenza nella provincia di Treviso, in  particolare nell’area castellana e del Montello, fino all’area del  camposampierese, cittadellese e del bassanese nelle province di Padova e  Vicenza, che permetterà di irradiare in tutto il Veneto un passaparola  di base e con un fenomeno reticolare che ci darà soddisfazioni enormi in  un tempo molto breve, tenendo ben fuori dal movimento impresentabili  riciclati.
 				Per far ciò il nostro movimento si evolverà ancor più a livello  atomico-comunale, consentendo di coprire a macchia d’olio tutto il  territorio veneto. Ciò ci permetterà di triplicare rapidamente ed  estenderla a tutto il Veneto.
 				Questa azione ci permetterà di spazzare via gli impresentabili  esponenti politici sopravvissuti ancora per poco allo tsunami del  fallimento storico dell’Italia. A cominciare dagli ottuagenari  impresentabili politici di centrodestra che oggi si candidano a guidare  nuovamente Treviso, dopo aver trascinato il capoluogo della Marca in una  città fantasma svuotata, oppure ai suoi oppositori di cartapesta  radical-chic del pd che ha dimostrato ieri di non avere alcuna  possibilità di vittoria. E neanche i grillini sono vergini a Treviso,  considerato che hanno scaldato la poltrona per 5 anni all’opposizione  dello sceriffo di Nottingham senza fare alcunché, a parte qualche  masturbazione politica via webcam. Indipendenza Veneta a Treviso ha  raggiunto una cifra elettorale piccola, che però rappresenta una piccola  base per la migliore squadra in competizione per Cà Sugana, grazie alla  competenza e allo straordinario appeal del candidato sindaco Alessia  Bellon, una giovane imprenditrice dell’innovazione che ha saputo  preparare l’unico programma concreto per far ripartire Treviso e per  ridarle il sorriso che si merita, agganciandola all’Europa e alla  modernità.
 				A maggior ragione la tornata elettorale di ieri facilita la sfida in  atto per l’approvazione in tempi rapidi della legge referendaria in  regione Veneto, che ora non potrà più trovare ostacoli nella lega  sconfitta e nel governatore, che dovranno velocemente imboccare l’unica  via di uscita che esiste per non essere inghiottiti dall’Italia che sta  precipitando nel Maelström dell’ingovernabilità.
 				Per non essere risucchiati dal fallimento italiano, il Veneto deve  al più presto recuperare la propria sovranità attraverso il referendum  per l’indipendenza veneta che deve essere celebrato il prossimo 6  ottobre 2013.
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