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In scia al Banco popolare - BPM: fusioni dopo Borsa per BPVi e Veneto Banca, non fra di loro

Di Rassegna Stampa Domenica 31 Gennaio 2016 alle 13:09 | 0 commenti

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Veneto Banca passo successivo della fusione Banco popolare-Popolare di Milano? «La ritengo un'operazione fattibile, ma percentualmente molto difficile da eseguire. Vedremo. Io non lascio chiusa alcuna porta». Se la fusione Verona-Milano pare fatta, per le altre banche venete è già ora di guardare a cosa succederà dopo. Lo sa bene anche Cristiano Carrus, amministratore delegato di Veneto Banca, al rientro da Torino, dal convegno del Forex, l'appuntamento clou dei banchieri a gennaio, in origine previsto a Vicenza per festeggiare i 150 anni di Bpvi e poi emigrato a Torino per la crisi della popolare.

Tema del giorno anche a Torino, la fusione Banco-Bpm. L'amministratore delegato scaligero Pier Francesco Saviotti ha confermato le parole di fiducia sulla chiusura della trattativa, già espresse nella conference call del giorno prima con i dipendenti: «Massimo un mese». Con una risposta sulla necessità di aumenti di capitale: «Non c'è bisogno di niente. Se ce ne fosse stato, l'avremmo già fatto». Più cauto sull'altro fronte Giuseppe Castagna, Ad di Popolare Milano: che parla sì «di tempi maturi», ma precisa che «piacersi è una condizione necessaria, ma non sufficiente». Parole di prudenza dettate dal dover convincere a Milano azionisti di peso sulla scelta di Verona.
Ma se lo scenario fosse confermato, a cascata si metterebbe in moto anche il resto dei giochi, come fa capire Carrus; e lì dovranno inserirsi anche le altre due venete. Che questa sia la prospettiva l'hanno detto chiaro a Torino entrambi i manager di Popolare Vicenza e Veneto Banca. «Assolutamente sì», ha risposto Francesco Iorio a chi gli chiedeva se si concentrerà sulle aggregazioni dopo aumento di capitale da 1,5 miliardi e la quotazione di aprile: «La fase di mercato non è il massimo, ma bisogna andare avanti e noi andiamo. C'è molto interesse sul territorio, sono fiducioso che andrà tutto bene». Poi le fusioni: «Ma con calma, facendo una cosa alla volta - aggiunge il manager -. E con pari dignità. Siamo interessati ad un'operazione con una banca di dimensioni simili».
Registro non diverso usato da Carrus: «Contiamo, da capitalizzati e quotati, di sederci anche noi ai tavoli. È ineluttabile: la ricerca del ruolo migliore per Veneto Banca non si fermerà con la quotazione». E a Veneto Banca, la soluzione Milano-Verona interessa direttamente: sarebbe più facile a quel punto immaginare una fusione anche con Montebelluna? «Non so, ma Milano-Verona è una grossa operazione, la mia esperienza dice che vanno digerite - replica Carrus -. Di sicuro, fermo restando la possibilità di un'operazione con Veneto Banca, i tempi si allungherebbero, almeno di parecchi mesi: operazioni a tre di quel tipo non se ne sono mai viste». E ancora: «Osservando da fuori, secondo me loro sono vicini, vicinissimi. Noi dovremo guardare a questa come ad altre operazioni». Ma intanto il sindaco di Verona, Flavio Tosi, insiste per un'estensione a Montebelluna: «Ho visto l'idea del polo lombardo-veneto - dice Carrus -. È chiaro che la possibilità per noi di sederci a quel tavolo dipenderà dal fatto se avrà più o meno senso per i soci di Montebelluna. Se avanzeranno una proposta interessante. Io non lascio chiusa nessuna porta. L'unica operazione non fattibile allo stato attuale è con Vicenza».
Intanto Veneto Banca va avanti con l'avvicinamento alla Borsa. L'altro ieri l'incontro con gli analisti a Verona, il 12 febbraio si replica a Milano. «Ho visto grande partecipazione e molto interesse - chiude il manager -. E sull'aumento di capitale la somma delle manifestazioni riferite al consorzio di garanzia e collocamento già supera l'importo pre-garantito di un miliardo. Sul territorio stiamo lavorando in sinergia con presidente, consiglio e soci territoriali. L'interesse c'è».

Di Federico Nicoletti, da Il Corriere del Veneto


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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