Quotidiano |

Il Gioiello di Vicenza, domani Vicenza riscopre il suo capolavoro. Il programma

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 6 Settembre 2013 alle 15:15 | 0 commenti

ArticleImage

Il Comitato per il Gioiello di Vicenza - Dal 2010 molte persone hanno conosciuto la storia del modellino in argento della città chiamato “Il Gioiello di Vicenza”, un’opera di oreficeria preziosa e insieme affascinante, che la storia ha voluto e la storia ha distrutto. Al Museo Diocesano è stata presentata questa mattina l’opera che per 4 anni ha animato il dibattito dei vicentini.

E che era stata fino ad ora conosciuta solo attraverso alcune pale di altare  o per la ricostruzione virtuale dell’arch. Romano Concato. “Il Gioiello di Vicenza” è stato svelato nella sua definitiva collocazione nella Sala dei Patroni del Museo, protetto da una teca, accompagnato da un dipinto del Maffei che lo raffigura e da un altro con l’apparizione della Vergine sul Monte Berico.

Il Comitato presieduto dal progettista culturale Davide Fiore è pronto per riconsegnare al Gioiello il suo ruolo principale di offerta dei vicentini alla Madonna di Monte Berico e nello stesso tempo di ambasciatore simbolico della città e del sapere artigiano e industriale del territorio. «In questo Gioiello c’è l’anima della città. Fede secolare, tradizione, architettura, gioielleria, Palladio, innovazione, precisione, volontariato e fiducia sono gli elementi che parlano di Vicenza e del suo popolo e che quest’opera ha solo l’incarico di ricordare oggi e nel futuro, ricollegandoci ad un momento di grande ottimismo come il Rinascimento» osserva Davide Fiore. «Quest’opera che unisce i professionisti, gli artigiani, i volontari attorno ad un unico progetto culturale e religioso partecipato, è la dimostrazione che in 500 anni lo spirito dei vicentini non è cambiato e soprattutto è la dimostrazione di come gli appassionati offrono con sacrificio il proprio tempo e il talento per il bene di tutti.»

Sabato 7 settembre partendo da piazza dei Signori ci sarà la riconsegna ai cittadini e alla Madonna e il Gioiello apparirà completamente rifinito di tutti i suoi minuscoli particolari. Il Comitato sfilerà con il proprio gonfalone accompagnato da 8 portantini in toga e 25 elementi del Corpo Bandistico “S. Ceccato” di Montecchio Maggiore diretto dal m° Silvio Cavaliere.  Il percorso civico condurrà il Gioiello fino all’arco delle Scalette, storico percorso processionale per monte Berico prima che fossero costruiti i portici. La Conferenza San Vincenzo de Paoli presieduta da Franca Cinefra sarà presente in piazza dei Signori per offrire ai presenti candele da processione in cambio di un’offerta. La cifra raccolta sarà interamente devoluta alle famiglie in difficoltà assistite dalla Conferenza. Arrivati ai portici il corteo si unirà alla processione diocesana guidata dal Vescovo di Vicenza mons. Pizziol partecipando a tutta la cerimonia religiosa. Il Gioiello rimarrà esposto con il proprio gonfalone e due guardiani in toga sul presbiterio dell’altare maggiore del Santuario per tutta domenica 8 settembre.

Il ritorno del Gioiello di Vicenza è patrocinato dalla Regione del Veneto, Comune di Vicenza, Consiglio Notarile dei distretti riuniti di Vicenza e Bassano d. G., Museo Diocesano di Vicenza, Confartigianato Vicenza, FAI Fondo Ambiente Italiano – del. di Vicenza, Le Botteghe Storiche di Vicenza ed è promosso da Comitato per la Rua, Diocesi di Vicenza - Ufficio per i Beni Culturali, Festival Biblico, Gioielleria Soprana, Pro Loco Postumia, VAGA – Ass. giovani architetti della provincia. Con il sostegno di Argenteria Rossi, Vi1544, Legor Group S.p.A., Torneria Nicoletti, Chimento Gioielli, Visentin Casa, Corà Timber, Caoduro S.p.A., Arte Ricamo S.n.c., Zecchinato Incisioni Vicenza, AreaArte. All’inaugurazione del Gioiello di Vicenza al Museo Diocesano sarà conferita la Medaglia del Presidente della Repubblica.

Programma del 7 settembre, ore 19.00

Il Percorso:

- partenza da piazza dei Signori come corteo civico (S. Vincenzo)

- Curva sotto la Torre Bissara (Capitello dei Ss. Patroni e della Madonna)

- passaggio a sinistra delle due colonne di piazza (Colonna col Redentore)

- Contra’ Gazzolle (Chiesa dei Servi)

- Ponte San Michele (oratorio di San Nicola)

- Contra’ Pozzetto

- Contra’ Santa Chiara (capitello con Deposizione e Oratorio di Santa Chiara)

- Contra’ San Tomaso

- Contra’Santa Caterina (Oratorio di Santa Caterina)

- Salita per Viale Risorgimento

- Arco delle Scalette (Statua di San Vincenzo)

- Il Corteo si unisce alla processione diocesana fino a Monte Berico.

Allestimento museale e riconoscimento

Il Museo Diocesano è risultata l’istituzione culturale più idonea per ospitare il Gioiello dopo che il Comitato ha richiesto la disponibilità a tutti i musei pubblici e privati della città per conservare ed esporre l’opera al pubblico. I donatori che si presenteranno al Museo Diocesano con la ricevuta consegnata loro dalla gioielleria potranno accedere gratuitamente al museo.

L’allestimento nella “Sala dei Patroni” progettato dagli architetti Tortelli-Frassoni-Polo di Brescia prevede didascalie in italiano e inglese e l’accompagnamento del Gioiello con la tela di Francesco Maffei che raffigura “San Vincenzo con il modello della città”. La base in legno è stata sostenuta dal Consiglio Notarile dei distretti riuniti di Vicenza e Bassano d.G., da Corà Timber e realizzata dalla ditta Visentin di Rosà. L’allestimento, oltre alla Rua d’oro inserita nell’opera, è stato offerto da Chimento Gioielli per i 50 anni dell’azienda. Un contributo per la pubblicità è stato dato dall’Ass. Botteghe Storiche di Vicenza.

L’inaugurazione del Gioiello di Vicenza al Museo Diocesano è conferita della Medaglia del Presidente della Repubblica.

Il Gonfalone e il motto e la toga.

Il Gonfalone processionale alto 3 m è dipinto su targa argentata dal prof. Aldo Fiore, raffigura la Beata Vergine di Monte Berico inscritta in una serliana della Basilica Palladiana secondo un’antica simbologia ricamata sulla veste di San Vincenzo. Seduti sulla dedica “Vicenza”, due angeli ripresi da un dipinto del Sassoferrato stanno ai lati reggendo la corona della Madonna e l’altro la palma del martirio di S. Vincenzo (quest’ultimo ha la pettinatura tipica del santo). La bandiera a due code raffigura i colori della città (croce d’argento su fondo rosso) e si rifà a quella raffigurata nei dipinti del Maffei e del Maganza.

Il motto, significa “Attraverso le asperità si arriva alle stelle” . Stelle che sono il risultato raggiunto, ma anche le stelle simbolo della Beata Vergine di Monte Berico, collocate in alto come il firmamento. Le asperità sono legate alla terra, al lavoro, agli imprevisti, allo scetticismo imperante. Vi è anche un gioco tra “Asperità” ed “Aspide”, ovvero il serpente raffigurato sulla medaglia celebrativa, la vipera mortale, animale di terra. La Vergine Maria che schiaccia il serpente antico, il diavolo, è simbologia antica che trova la sua radice nella promessa di salvezza del libro della Genesi, dopo il peccato di Adamo ed Eva e che trova la sua esplicitazione nel libro dell’Apocalisse, dove la “Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle” (Apoc. 12,1), schiaccerà definitivamente il serpente antico. La bellezza (Venere) [etimologia: dal Lat. venenu(m), propr. ‘filtro magico, amoroso’, forse corradicale di Venus -neris ‘Venere’].è il Gioiello che nasce dalla fusione di ornamenti preziosi capaci anche di scatenare invidia o distacco, come sono i gioielli, o a bellezza, quella celeste di una Madonna eternamente giovane. Nella purificazione dell’ornamento dei singoli (il materiale d’argento donato) attraverso il fuoco, l’argento ritorna sotto forma di voto offerto dalla collettività dei fedeli.

Come a dire che dal veleno si può trarre bellezza. Ma la bellezza può diventare una vanitas, un monito a non crogiolarsi nella bellezza terrena che comunque sarà un passaggio, visto che il destino comune è la morte.

La toga disegnata da Davide Fiore è blu (manto della Madonna) profilato con banda d’argento (il Gioiello). Riprende la forma tipica della parte superiore delle toghe romane in omaggio alla tradizione accademica della città ed è pensata per valorizzare il gesto del trasporto del Gioiello lasciando libero dalla stoffa un braccio.

La medaglia celebrativa.

La medaglia celebrativa in argento del ritorno del Gioiello di Vicenza in occasione dell’8 settembre, festa della Madonna, nasce dalla volontà di offrire un oggetto prezioso al mondo del collezionismo. È realizzata con argento 925 del peso di 150 gr.  Le richieste per poter acquistare una medaglia vanno indirizzate all’Argenteria Carlo Rossi, alla cui cura è affidata la realizzazione.

Breve cronistoria

Il Gioiello è un capolavoro di fede e di gioielleria fatto costruire dai vicentini nel 1578 come ex voto per scongiurare le continue epidemie di peste. Il consiglio cittadino lo “affidò” simbolicamente nelle mani del patrono San Vincenzo perché lo consegnasse alla patrona della città, la Madonna di Monte Berico attraverso una processione religiosa che partisse dalla chiesa di S. Vincenzo in piazza dei Signori fino al Santuario. Realizzato partendo dalla “pianta angelica” custodita in Vaticano con la supervisione di Andrea Palladio e le maestria dell’orafo Cesare Capobianco (documentato) perché rappresentasse l’anima della città nel pieno della sua trasformazione in “teatro urbis” neoclassico.

Nelle campagne d’Italia del 1797 le truppe napoleoniche razziarono la maggior parte dell’oreficeria ricavandone materiale prezioso e tra questi il Gioiello che da allora sopravvisse nella memoria solo attraverso sei dipinti ad olio conservati in chiese e istituzioni della provincia. Nell’ambito della rinascita dei due simboli storici della città, il Giro della Rua e il Gioiello, lo storico Davide Fiore riunì nel 2009 al Museo Diocesano i membri del futuro Comitato scientifico, ognuno per la sua specifica capacità all’interno del progetto.

Un concorso di idee per giovani architetti e designer premiò nel 2010 il certosino lavoro dell’arch. Romano Concato di Trissino che restituì il Gioiello secondo un’immagine tridimensionale verosimile rispetto le indicazioni di concorso scritte dal prof. Luca Trevisan. Il progetto restituisce l’immagine di una Vicenza ideale del 1578 (anno della morte del Palladio) scalata secondo la Divina Proporzione cara agli architetti rinascimentali. In sintesi si può osservare la Vicenza reale del Rinascimento, racchiusa dalla cinta di mura antiche, regolarizzata con ogni elemento singolo rapportato al tutto.

Nel 2011 con una raccolta pubblica di argento denominata “Trasforma il tuo vecchio Argento in Storia” coordinata da 10 gioiellerie del centro storico (Orologeria Pavan, Gioielleria Oreficeria Argenteria Ageno, Orologeria Gioielleria Dal Ponte, Gioielleria Da Rin, Oreficeria e Gioielleria Soprana, Gioielleria Donegà Paolo, Gioielleria Re Mida, Gioielleria Gino Zoccai, Oreficeria Orologeria Marotto, Daniela Vettori Orefice) si arrivò (agosto 2013) alla raccolta di 70363,78 gr di materiale prezioso, qualche donazione in denaro. I donatori hanno offerto il loro vecchio argento di casa “Per la ritrovata armonia sociale”, come offertorio per superare la crisi economica e sociale di questi anni e per riacquisire fiducia come popolo attraverso la cultura e la fede, rimanendo iscritti sulla fascia d’argento applicata alla base trasportabile in legno. Il numero delle famiglie di donatori è di 168, di cui 71 hanno raggiunto o superato il mezzo kg di materiale offerto.

Trasformato l’argento in lingotti “argento 925”, il Comitato decise di procedere alla ricostruzione del progetto unendo la tecnologia laser PLM della ditta Legor Group appositamente sperimentata con l’argento per quest’opera, con la necessità di riprogettare ogni singolo pezzo per dialogare con la tecnologia informatica. [NOTA: Powder Laser Melting (PLM) è una tecnologia industriale innovativa di prototipazione rapida che si basa sul processo di sinterizzazione laser selettiva; la tecnologia PLM permette di realizzare complessi oggetti tridimensionali partendo direttamente da un modello CAD con conseguente riduzione delle tempistiche di produzione. Gli oggetti realizzati con questa tecnica sono costruiti strato dopo strato (additive manufacturing) tramite la fusione laser localizzata di polveri metalliche molto fine e con caratteristiche chimico-fisiche appositamente ingegnerizzate. La sovrapposizione successiva degli strati da quindi vita all’oggetto che, per dimensioni e morfologia, riproduce esattamente il modello tridimensionale elaborato al computer].

Lo straordinario lavoro volontario del maestro argentiere Carlo Rossi, in occasione dei 50 anni della sua attività artigiana a Vicenza, ha visto un minuzioso lavoro di lucidatura, patinatura, saldatura e talvolta ricostruzione di elementi molto fragili, un lavoro capace di unire tecniche secolari alla tecnologia di ultima generazione. Per scelta del Comitato gli edifici palladiani (molti dei quali non terminati alla sua morte), sono stati rifiniti con maggiore dovizia di particolari. Nel frattempo oltre 30 presentazioni aperte al pubblico sono state offerte dal Comitato anche grazie a proiezioni interattive studiate appositamente in musei, scuole, circoli o iniziative di piazza.

Molte sono le aziende e gli artigiani che hanno offerto il proprio lavoro nella realizzazione di elementi ad alta specializzazione come le viti in argento massiccio, le microfusioni, il quadrante della Torre Bissara in smalto, la Rua in miniatura in oro, il basamento e la portantina in legno, l’allestimento museale, il Gonfalone, la cupola protettiva, l’apparato processionale studiato appositamente con un’immagine classica [si veda la scheda tecnica].

Parallelamente un lavoro di ripristino del percorso storico per il trasporto del Gioiello dal cuore della città al santuario è stato svolto in accordo con le autorità ecclesiastiche come prima dell’arrivo di Napoleone a Vicenza.


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network