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Governo in affanno: crisi riprende vigore e in arrivo forti aumenti in molti settori

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 10 Settembre 2011 alle 16:21 | 0 commenti

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Roberta Menaldo, ass. L'azzurro intorno a noi - La manovra da 55 miliardi di euro sta spaccando l'Italia e gli italiani. Tutti protestano e chi grida più forte rimette in gioco i termini del provvedimento, con ripercussioni sulla maggioranza che potrebbero far nascere dubbi sulla credibilità dei nostri decisori politici. E mentre le baruffe tra la maggioranza e l'opposizione aumentano Berlusconi si trova per l'ennesima volta sotto il torchio delle intercettazioni e delle chiamate giudiziarie.

E tutto ciò, confessiamolo, non rende il suo lavoro sereno e decisivo. Ma in questo marasma della manovra, visto che le linee generali sono già enunciate, si incomincia a discutere sugli effetti, quasi tutti negativi, che un simile provvedimento produrrà sulla vita di tutti i giorni. In primis i prezzi aumenteranno e quelli più macroscopici saranno quelli dell'elettricità, del gas, delle benzine e in genere dei prodotti di consumo. Ma oltre all'Iva esistono altre motivazioni che determinano l'aumento del costo della vita. E ciò accade soprattutto nelle energie. Un settore nevralgico per lo sviluppo economico. Purtroppo la nostra dipendenza energetica dai Paesi stranieri è forte e le strade per limitarla non sono facilmente percorribili. La speculazione internazionale gioca sull'instabilità dell'azione di Governo e sull'incertezza del suo cammino. Insomma siamo in affanno e molti si domandano se sia possibile trovare altre energie per non peggiorare la nostra situazione, già frustata dalle speculazioni internazionali. Una prima strada da percorrere è quella dell'aumento delle rinnovabili -solare termico, fotovoltaico, eolico e bioenergie- ma anche questo percorso è costellato da ostacoli. E comunque anche le rinnovabili nel nostro Paese sono in prospettiva di dimensioni limitate, non più del 20-25 % del totale. E il restante 75-80% come reperirlo ? Gas e petrolio dai Paesi stranieri con tutte le complicazioni di costi e di disponibilità che queste due energie comportano. E molti si domandano se abbiamo fatto veramente bene a rinunciare sull'onda di Fukushima al nucleare civile. Ma essendo il popolo sovrano ed avendone decretato lo stop con il referendum, ora dobbiamo arrangiarci e intensificare, per quanto possibile, le energie rinnovabili. Il problema con il fotovoltaico e l'eolico è la scarsità nel nostro territorio di grandi aree dove installare gli impianti . Eppoi c'è la questione del Nimby- non nel giardino di casa mia-. Un movimento quello dei Comitati del No che per assurdo demonizza quasi tutti questi impianti, che invece non inquinano e il cui impatto ambientale è relativo. Allora è come il cane che si morde la coda. Si vogliono le energie pulite e rinnovabili ma si protesta se gli impianti sono nelle vicinanze di casa nostra. Insomma dobbiamo metterci d'accordo. Il nostro sta diventando il Paese del No. Per quanto riguarda l'eolico anche in questo caso il "partito del No" dice che le pale sono impattanti per l'ambiente. Si, forse, ma allora cosa facciamo? Anche le bioenergie sono contestate perché emettono odori. Insomma nessuno vuole niente da nessuna parte. O accettiamo queste infrastrutture ecologiche per l'energia o per forza dovremo accedere a maggiori importazioni di gas naturale e petrolio che così gravemente pesano sulla nostra bilancia commerciale. In un prossimo futuro potremmo anche avvalerci di energia ottenuta dall'idrogeno, ma anche questo settore richiede industrie di trasformazione e produce residui inquinanti, che verrebbero contestati. Speranze esistono anche per le auto elettriche o ibride ma per ora sono molto care e gli impianti di rifornimento sono pochi e scaglionati in modo diseguale nel nostro Paese. Insomma quanti problemi esistono ancora per garantire il nostro sviluppo!

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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