Europa, a Venezia un seminario di approfondimento sul futuro delle politiche di Coesione UE per le Regioni
Sabato 16 Giugno 2018 alle 12:52 | 0 commenti
 
				
		"Europa post 2020: quale futuro per le Regioni nelle Politiche di Coesione UE?". È questo il tema affrontato ieri, 15 giugno, a palazzo Labia, sede della Rai del Veneto, nel corso del seminario di approfondimento organizzato dal gruppo di lavoro sulle politiche di coesione della CALRE, la Conferenza delle Assemblee Legislative Regionali d'Europa, di cui è coordinatore il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti che ha aperto i lavori introducendo il programma e presentando i relatori.
Al suo fianco, l'Assessore regionale alla programmazione, fondi UE,  turismo e commercio estero Federico Caner. Al tavolo dei relatori, in  particolare, Rossella Rusca, esperto delle politiche di coesione e fondi  strutturali della rappresentanza permanente dell'Italia a Bruxelles,  presso l'Unione Europea, e Luca Ferrarese, direttore del Programma  Central Europe con sede a Vienna.
"Forte è la preoccupazione circa il  futuro dei fondi di coesione - ha ricordato in apertura il Presidente  Ciambetti - e delle prerogative delle regioni. I trattati fondanti  dell'UE individuano proprio nelle regioni il sistema delle autonomie che  dev'essere chiamato a gestire questi fondi. Assistiamo invece a un  processo diretto al taglio di questi fondi e a una progressiva  centralizzazione di queste politiche. Noi vogliamo analizzare a fondo la  situazione che si sta creando e informare di ciò tutti i rappresentanti  istituzionali, dalle regioni fino agli organismi politici dell'Unione.  Chiediamo che le regioni restino le protagoniste della gestione dei  fondi comunitari".
"Il settennato 2021-2027 - ha aggiunto l'Assessore  Caner - sarà incentrato sul fatto che tutti i territori avranno la  possibilità di ricevere i frutti delle nuove politiche di investimento  da parte dell'Unione Europea, e questo è un fatto positivo, ma sarà  importante, come Regione del Veneto, definire all'interno delle  politiche nazionali quante risorse l'Italia riceverà e come saranno  distribuite al proprio interno. La nota negativa: dovremo capire quale  sarà la percentuale di risorse che la Regione del Veneto dovrà prevedere  a bilancio per compensare la diminuzione dei trasferimenti a livello  europeo".
"Il fatto che il prossimo settennato possa essere  caratterizzato dalle riduzioni non costituisce una buona base di  partenza - ha dichiarato il Consigliere segretario dell'Ufficio di  Presidenza Simone Scarabel (M5S) - l'Italia dovrà farsi valere in ogni  sede affinché le risorse giungano nel nostro territorio. Le regioni, dal  conto loro, dovranno assicurare che quanto stanziato venga  effettivamente speso; non sono infrequenti infatti le situazioni in cui i  fondi stanziati non sono spesi nella loro interezza: in questo campo è  necessario lavorare in maniera seria e obiettiva per soddisfare i  bisogni dei cittadini".
"Ci sono anche buone notizie dal fronte  europeo - sottolinea il Capogruppo del Partito Democratico Stefano  Fracasso - perché la nuova programmazione destinata ad arrivare fino al  2027 vede anche una crescita nell'assegnazione dei fondi assegnati  all'Italia: in questi casi servono maggiori capacità di progettazione,  di spesa e di individuazione degli obiettivi strategici che non possono  essere che quelli di uno sviluppo sostenibile e inclusivo per la nostra  regione".
"Sarà un bilancio difficile, il prossimo, in un quadro  complicato dove non sarà semplice trovare un equilibrio - ha affermato  Rossella Rusca - perché il contesto economico, pur proiettato oltre il  2025, sconta ancora i lasciti di una crisi profonda che ha cambiato la  geografia economica europea e che ha colpito non solo gli stati  periferici del sud, come Italia, Grecia e Spagna, ma anche, e forse un  po' a sorpresa, pure i paesi del nord, come la Finlandia. I paesi  dell'Europa centrale, pur restando al di sotto degli standard europei in  materia di qualità della vita, presentano un'economia in crescita. È  fondamentale trovare un nuovo equilibrio tra le varie esigenze e in  questo scenario le Regioni dovranno evolversi, sia approfondendo il tema  della sussidiarietà, sia comprendendo che le Regioni non si  esprimeranno più solamente attraverso le politiche di coesione: questa  sarà la sfida".
"Il prossimo settennato - ha dichiarato Luca  Ferrarese - sarà senza dubbio caratterizzato da una certa enfasi al  ruolo dei territori; al tempo stesso, tuttavia, sull'obiettivo della  cooperazione territoriale altrimenti detto Interreg, si registreranno  comunque un cambiamento di impostazione e un taglio sostanzioso alle  risorse assegnate: bisognerà capire come dovranno adattarsi e la parola  d'ordine sarà fare di più con meno. Alcuni programmi, ad esempio i  transfrontalieri marittimi o transnazionali come Central Europe (che  comprende anche il nord Italia) sono a rischio. Bisogna far capire che  c'è ancora bisogno di una piattaforma in cui paesi dell'est e  dell'ovest, del nord e del sud europei possono lavorare insieme e  collaborare, e questo solo Central Europe riesce a farlo in Europa".
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