Rassegna stampa | Categorie: Banche

Dopo quella del Banco Popolare con Bpm la Bce vuole altre fusioni: matrimoni combinati in vista per le "piccole" BPVi e Veneto Banca

Di Gianfri Bogart Giovedi 24 Marzo 2016 alle 09:07 | 0 commenti

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"Andate e fondetevi: si parte con Bpm-Banco", così titola oggi Il Fatto Quotidiano un articolo di Marco Palombi che vi proponiamo a seguire e che annuncia l'ok dela Bce, sia pure condizionato a un nuovo aumento di capitale e a radicali cambiamenti nella governance, alla formazione del terzo gruppo bancario italiano, preludio ad altre aggregazioni in cui non è difficile immaginare coinvolte le altre due,  popolari venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, realtà "mini" rispetto alle due grandi ora promesse spose, quella con testa a Verona e l'altra  Milano, e, quindi, destinate, presumibilmente ad accettare matrimoni combinati e non certo d'amore.

Andate e fondetevi: si parte con Bpm-Banco
di Marco Palombi, Il Fatto Quotidiano
Danièle Nouy, il capo della Vigilanza, passa per il poliziotto cattivo in casa Bce. Eppure ieri ha detto parole di miele per le orecchie del nostro governo, stremato dall’incapacità a risolvere i problemi del settore bancario, e per qualche operatore che spera in buoni affari: andate e fondetevi, è il messaggio. Nouy ha benedetto in primo luogo la riforma delle Banche Popolari, fatta per decreto un anno fa, “che dà loro una maggiore capacità di affrontare le sfide attuali”. In generale, poi, ha spiegato che l’Italia “è uno dei paesi che ha spazio per fusioni di banche più redditizie e modelli di business più sostenibili”, per avere insomma istituti “sicuri e solidi”. In realtà, se saranno sicuri e solidi non si sa, ma di sicuro dovranno essere più grandi: questo dice il Vangelo di Francoforte adottato pure da Bankitalia, Tesoro e Palazzo Chigi.
Infine, siccome il Vangelo deve vivere nella realtà, Daniele Nouy ha buttato lì pure un paio di parole sulla prima delle fusioni bancarie italiane: quella tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano. “Da quel che capisco le condizioni che abbiamo posto sono state comprese dalle autorità bancarie e saranno realizzate. Dunque sembra che ci muoveremo velocemente”.
E, dunque, ieri il consiglio di gestione di Bpm e il cda di BPop, terminati all’ora di cena, sono stati un cantico nuziale: niente di definitivo, per carità, ma tanto ottimismo, tanta buona volontà. In accordo con lo spirito dei tempi, il primo commento ufficiale è arrivato via Twitter. Ha cinguettato il presidente del Banco, Carlo Fratta Pasini: “Felici di varare un’operazione straordinaria così significativa dopo un processo competitivo e in un contesto di mercato severo”. Segue Pier Carlo Padoan: “Le riforme funzionano, le popolari cambiano: più grandi, più forti, più trasparenti”.
Tutto è bene quel che finisce bene, dunque. Cioè, più o meno. Le nozze tra Milano e la Popolare che ha già unito Lodi e Verona magari saranno d’amore, ma l’interesse non è chiarissimo. Partiamo dai conti. Il Banco ha crediti deteriorati (prestiti che faticano a tornare indietro) pari al 18,4% del totale dei prestiti, coperti con accantonamenti al 43,7% (Mps, per dire, ha coperture al 48,5%): le sofferen- ze nette sono 6,5 miliardi, cifra quasi pari al patrimonio netto (capitale più riserve). Pop Milano, invece, è messa bene: sofferenze per 3,2 miliardi e un rapporto tra crediti deteriorati (6 miliardi) e prestiti all’8%. Solo che Bpm è troppo piccola per diluire i problemi del Banco: ha la metà della raccolta diretta e il 30% delle filiali.
È il motivo per cui la Bce, in queste settimane, oltre a chiedere modifiche della governance - cioè, tra le altre cose, meno poltrone - ha imposto azioni anche sul capitale. In sostanza, serve un miliardo e mezzo per portare a un livello accettabile (non ottimale) la quota dei crediti malmessi rispetto al totale dei prestiti. La banca che nasce è un piccolo colosso: il terzo o quarto in Italia con 2.500 sportelli e uno stock di crediti alla clientela di 112 miliardi (il 6% del totale).
Un miliardo arriverà dal Banco con un aumento di capitale (l’avevano smentito e non tutti i soci saranno contenti) e i 500 milioni restanti potranno arrivare da cessioni di asset e sofferenze di Milano: alla fine Bpop avrà il 54%. L’amministratore delegato, però, sarà il “milanese” Giuseppe Castagna, un modo per convincere i lavoratori Bpm (e pure i soci pensionati) che sono tra i più scettici sull’operazione. Non resisteranno: il governo s’è schierato per le nozze insieme a Bankitalia convincendo al dietrofront pure l’azionista più rilevante di Milano, Andrea Bonomi, altro scettico.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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