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Ciambetti, crocefissi e poveri cristi

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 4 Dicembre 2015 alle 21:59 | 0 commenti

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Riceviamo da Roberto Ciambetti, presidente Consiglio regionale Veneto e pubblichiamo
Nel pronunciamento del Giudice in  “Miracolo sulla 34esima strada”, film natalizio scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti,  viene data una spiegazione intrigante del perché gli Usa abbiano come  motto “In God We Trust”, Confidiamo in Dio.

Secondo gli sceneggiatori di quel film  non è compito del governo federale stabilire se Dio esiste o non esiste, ma è dovere del governo dare corso al sentimento e alla fede del popolo sovrano, che legittima l’esercizio del potere del governo stesso. Se il popolo confida in Dio, perché il Governo, per quanto laico, non dovrebbe assecondare questa sua fede?  Il film è del 1947 e solo dal 1956 “In God we trust”, ultimo verso dell’inno nazionale statunitense,  avrebbe  ufficialmente sostituito il precedente motto,  scelto all’inizio della Rivoluzione Americana nel 1776, “E pluribus unum”, cioè “Da molti uno soltanto”, sintesi dall’unione delle Tredici colonie che si rivoltarono contro la Gran Bretagna.  Curiosamente noto che gli stati Confederati, quelli del Sud che a loro volta si ribellarono contro gli Yankee, i nordisti, avevano scelto come motto “Deo Vindice”, Dio Vendicatore.  Non portò molta fortuna.

Che ciascun governo cerchi di tirare dalla sua l’Altissimo non è da oggi:  Dieu et mon droit (Dio e il mio diritto) è il motto  della Corona Inglese mentre la versione latina,  Deus meumque ius, contraddistingue il 33º grado del Rito scozzese Antico ed Accettato della Massoneria. Impero Russo e la Prussia ebbero lo stesso motto “Con noi Dio” per i Russi, “Gott MIt Uns” per i prussiani con questi ultimi che l’avevano ereditato dall’Ordine teutonico prima di passarlo all’esercito tedesco: sia Russia che Germania, comunque, erano state ispirate, lungo tradizioni diverse ma con analoga origine, dal Deus nobiscum delle truppe imperiali  di Bisanzio. 

Tra gli stati Islamici ci sono poche, ma significative, eccezioni, come la Tunisia che non  fa riferimento alla religione: Ḥurrīyah, Niẓām,ʿAdālah, cioè Libertà, Ordine e Giustizia.

Se in Consiglio regionale del Veneto decidiamo di esporre un crocefisso non vi vedo alcun male: se il popolo esprime la sua fede non vedo perché noi, rappresentanti del popolo veneto, non si debba dar spazio e visibilità a questo sentimento, magari laicamente ricordando Benedetto Croce e il suo “perché non possiamo non dirci cristiani” . Certo, qualcuno potrebbe chiederci perché costringere il Crocefisso ad ascoltare tutti i discorsi e seguire i riti non sempre esaltanti del Consiglio regionale mentre altri, non sbagliando, anzi, potrebbero suggerire che o la Fede la si porta nel cuore e nella mente (e si agisce di conseguenza) o altrimenti è farisaico esibirla:  quest’ultima considerazione, in verità,  non vale solo per le sale di Palazzo Ferro Fini.

Forse guardando in faccia quel povero Cristo sulla croce noi legislatori regionali avremmo in mente i poveri cristi di ogni giorno, i disoccupati, chi non trova lavoro,  i pensionati, chi è solo, chi è in difficoltà, chi è malato. Qualcuno dubiterà che ciò accada, dicendo che spesso simboli e motti nazionali, specie se nazional-popolari,  sono solo propaganda. E mentre scrivo la parola propaganda, mi sovviene che un  motto dell’attuale  stato  turco è  Yurtta sulh, cihanda sulh, Pace in Patria, Pace nel Mondo.  E di questi tempi…

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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