Cda Banca Popolare di Vicenza: vendita sofferenze, stretta sulle controllate e fondo per i casi disperati
Sabato 30 Luglio 2016 alle 14:25 | 0 commenti

Popolare di Vicenza accelera sulla vendita delle sofferenze. E vara una «stretta» sui cda delle controllate. Insieme, in attesa della partenza delle conciliazioni con i soci sulle azioni prevista per ottobre, alla costituzione di un fondo da 2 milioni di euro, per aiutare le situazioni più difficili tra le famiglie colpite dal crollo dei titoli. Marcia a tappe forzate la ristrutturazione di Bpvi impostata dal nuovo cda targato Atlante guidato da Gianni Mion, insediato il 7 luglio. Ieri, nella seconda riunione, il cda guidato dal vicepresidente Salvatore Bragantini (Mion, in rientro dall’estero, era assente) ha preso altre decisioni rilevanti.
La prima è il mandato all’amministratore delegato Francesco Iorio, come ha detto Bragantini, «di avviare tutte le attività necessarie per cedere il portafoglio di sofferenze». Era uno degli obiettivi fondamentali affidati da Atlante al cda. La scelta di ieri lo mette in atto, ampliando quanto previsto dal piano industriale 2015-’20. Secondo il bilancio 2015, Vicenza ha in pancia 4,6 miliardi di euro di sofferenze lorde, ovvero di prestiti che difficilmente rientreranno, coperte per il 59% da rettifiche, ovvero da perdite già scontate a bilancio. Restano crediti in sofferenze netti per 1,9 miliardi. Il piano industriale prevedeva di cederne per 1,5 miliardi entro il 2020. Ieri l’accelerazione: il mandato è di cederle tutte nell’arco presumibile di un anno. Sarà Iorio a valutare le offerte che giungeranno. Anche se la dichiarazione di Quaestio, il gestore di Atlante, al varo del cda, di voler «sottoporre subito dopo il suo insediamento proposte sulle sofferenze» fa pensare che la soluzione-principe potrebbe essere ancora, anche dopo l’impegno su Mps, un acquisto di Atlante.
Strada con cui banca e fondo proprietario potrebbero regolare con attenzione anche gli impatti sul patrimonio dalla cessione. Secondo il report di maggio con cui la banca si presentava subito dopo l’aumento di capitale, con gli 1,5 miliardi iniettati da Atlante Bpvi ha 650 milioni di riserva di capitale rispetto al minimo chiesto da Bce. Si tratta ora di vedere di quanto verrebbe decurtato dalle perdite indotte da una vendita delle sofferenze che si può fissare al 30% del valore nominale, come l’intervento di Atlante su quelle di Mps pare imporre; prime stime fissano le perdite intorno a 300 milioni di euro.
In ogni caso il dado è tratto. Anche perché l’altra faccia della medaglia sarebbe di rendere più appetibile Bpvi per un socio strategico, indicato tra le opzioni, o una fusione, e di facilitare il rilancio operativo. Fronte da cui arrivano, come ha sostenuto Bragantini, «segnali di incoraggiamento sulla raccolta commerciale», in ripresa dopo i mesi neri prima dell’aumento di capitale. Che peseranno ancora sui conti del primo semestre, che saranno approvati il 1. settembre, e che saranno ancora in perdita. Ma ieri il cda ha dato il via libera a nuove iniziative commerciali: «Ci rendono molto competitivi - ha spiegato Bragantini - su raccolta e impieghi, sia sui privati che sulle imprese».
Intanto, mentre avanzano gli approfondimenti da parte dello studio legale Gatti-Pavesi-Bianchi sull’azione di responsabilità , dopo un primo report arrivato ieri, l’altro passo deciso ieri riguarda la «stretta» sui cda delle controllate. Da Banca Nuova a Immobiliare Stampa, da Prestinuova a Farbanca sono dieci le controllate in via esclusiva. Verranno ridotte da fusioni e cessioni; quelle che rimarranno avranno cda ridotti. Banca Nuova scenderà da 11 a 5 membri e dove possibile si scenderà a tre, inserendo dirigenti della banca, che non avranno compensi aggiuntivi. Sarà il primo passo di quello che Bragantini ha definito «un vasto rinnovamento», che significa anche una decisa moral suasion per spingere alle dimissioni i cda nominati prima dell’insediamento del board di Bpvi nominato da Quaestio.
Spinta, da quel che si comprende, che toccherà anche la Fondazione Roi. Dopo le dimissioni dalla presidenza di Gianni Zonin, il vice Marino Breganze ha chiesto a Mion un incontro, che dovrebbe concretizzarsi nei prossimi giorni. E che potrebbe rivelarsi decisivo per la composizione del cda, che la banca può nominare ma non revocare.
Infine, ultima decisione di peso ieri, in attesa delle conciliazioni, la costituzione di un fondo «per sostenere - come ha spiegato il vicepresidente - particolari situazioni di disagio economico emerse tra alcuni clienti della banca» messi in ginocchio dal crollo delle azioni. A gestirlo sarà probabilmente un comitato nominato dalla banca.
Le situazioni difficili d’altra parte continuano a emergere: dal novantenne che ha perso tutto, al padre divorziato e malato di cancro, che non sa come pagare gli alimenti alla moglie. Casi tra i soci vicentini di Bpvi e Veneto Banca, rivoltisi alle associazioni dei consumatori Federconsumatori Cgil, Adiconsum Cisl e Adoc Uil: «Almeno tremila, da fine 2015, fra telefonate e pratiche avviate», fanno sapere dai tre sportelli. Che da ieri, grazie a un accordo (qui nostro servizio ndr) invieranno i soggetti più a rischio al numero verde regionale antisuicidi InOltre e alla Caritas. «Sarà un lavoro di squadra», spiega Emilia Laugelli, psicologa responsabile del numero verde regionale.
di Andrea Alba e Federico Nicoletti dal Corriere del Veneto
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