Caccole e distintivo
Lunedi 30 Luglio 2012 alle 18:30 | 0 commenti

Che il Paese sia alla deriva lo dicono tanti di quei fatti; le cronache si sprecano e Vicenza altro non è che una quota, non irrilevante, del peggio che avanza. Ma senza scomodare i grandi esempi come la crisi, la grande corruzione, il sistema impazzito e allo sbando, le ruberìe e le tratattive di Stato, le mafie, i segreti inconfessabili, la cultura ridotta a un'applicazione da telefonino, i beni storici e ambientali che vanno a puttane con più frequenza di certi papaveri della politica bastano anche le piccole cose. Non tanto per capire l'ampiezza del passo di danza ma la follia del ballo e il puzzo della balera che ci siamo scelti.
Sono le 12,05 del 25 di luglio 2012. Piazzata in mezzo alle corsie del parking Verdi c'è una enorme bisarca (nella foto) vuota che ostruisce parzialmente l'accesso alla struttura gestita dalla municipalizzata Aim. Al di là della difficoltà di accesso il vero pericolo sta nelle gimkana degna del miglior Schumacher che gli automobilisti debbono affrontare nell'ordine per: uno, non andare a sbattere al portale metallico misura altezza; due non andare a cozzare contro la motrice; tre non urtare gli altri veicoli e la suscettibilità dei rispettivi occupanti, allorquando questi devono schivare i malcapitati utenti della strada che volendo entrare nel parcheggio si sono visti obbligati a un curva e contro-curva. Qualcuno vista la paura per il pericolo corso bestemmia. La cosa è udibile dalle quelle auto che per il caldo viaggiano col finestrino aperto.
Nel volgere di tre ore abbontanti passano davanti al mezzo pesante parcheggiato contromano nell'ordine: una camionella di Aim, una furgonella di Amcps, una carrettata di bus Aim, una macchina della polizia, una volante della questura, una macchina dei vigili urbani, una vettura dei carabinieri. Mancava solo un vettore della Nasa, l'auto presidenziale di Barak Obama e la papamobile delle guardie svizzere, poi la lista sarebbe stata al completo. Chi scrive contatta pure il numero del parking Verdi per segnalare la cosa: "ora verifichiamo ed agiamo" è la risposta. Il pericolo lo segnalo pure al telefono del comando dei vigli urbani di Vicenza: "ora ci muoviamo" è stata la risposta. Poi il nulla. In via Verdi scorgo anche un omino Aim al quale chiedo «scusi ma la bisarca lì non è pericolosa?». La risposta è accorata e cortese: "Certo, è tre ore che abbiamo chiesto alla ditta che sta riasfaltando piazzale Giusti di spostarla. Ma quelli non se ne vanno". Effettivamente il bisonte, targato Agrigento, ha stampigliata la stessa lattofania dei mezzi al lavoro lì vicino: “Adriatica Costruzioni generaliâ€. Io non so che c'entri l'Adriatico con l'Agrigentino, epperò i resti di bitume depositati sulla bisarca fanno infatti pensare ad un mezzo che trasporta macchine asfaltatrici. Comunque da mezzodì sino al volgere di tre ore nulla è successo. Poi mi sono stufato di girare come un cretino attorno a viale Ippodromo e me ne sono andato col bestione ancora immobile. Ma lì vicino tra l'altro c'era pure il presidio interforze con tanto di furgonella interforze, poliziotti di quartiere e vigili ciclisti in tuta high tech. Proprio quel presidio che secondo i propositi dell'assessore alla polizia urbana Marco Dalla Pozza, lo sbirro del Pd a palazzo Trissino, avrebbe dovuto tenere lontani i manigoldi da Campo Marzo: un mega spiegamento in campo, ma nessuno che sia riuscito a fare una multa per divieto di sosta o simili. Ora io non ho osservato molto a lungo il camion, ma mi pare che sul vetro posteriore avesse affisso un certificato antimafia di sei metri per quattro. E se la mia memoria è buona ne sono contento. Per di più il 18 giugno l'impavido Cristiano Rosini comandante della municipale berica dichiarava soddisfatto a fianco di un Dalla Pozza gongolante: «Questa mattina sono state identificate sette persone tutti extracomunitari... Inoltre, non è stata rilevata alcuna infrazione. Per ora siamo quindi soddisfatti perché il nostro obiettivo non è tanto accertare violazioni, ma fare prevenzione e fornire rassicurazione ai cittadini. Tant'è che gli agenti sono stati avvicinati da più persone, soprattutto anziani, che hanno fatto diverse domande e apprezzato l'iniziativa perché dicono di sentirsi più protetti». Bel lavoro, davvero. Per cui, parafrasando Jonny Stecchino di fronte al piccolo evento descritto e accaduto il 25 luglio verrebbe da dire che in realtà il vero «pobblema di Vicenza i'è... il traffico».
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