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Bpm vola in borsa, ma restano da sciogliere i nodi delle sofferenze e proprietà di BPVi e VB

Di Rassegna Stampa Martedi 3 Gennaio 2017 alle 09:18 | 0 commenti

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Banco Bpm vola al debutto in Borsa. E dà un primo segnale, una volta tanto positivo, al via di un 2017 che, in Veneto, vedrà, per il quarto anno consecutivo, la questione bancaria al centro della scena economica. Tra l’«esperimento» di Atlante sulla fusione Popolare di Vicenza-Veneto Banca, i riflessi del caso Montepaschi-Antonveneta e la partita del credito cooperativo, con le conseguenze tutte da verificare sulla stessa Federazione veneta indotte dalla costituzione di due gruppi bancari contrapposti che tagliano trasversalmente il Veneto (18 le Bcc che puntano verso Cassa centrale, 10 quelle dirette verso Iccrea). Ma intanto per lo meno il primo giorno in Borsa per la neonata Banco Bpm parte bene, dopo un aumento di capitale costato all’ex Banco Popolare un miliardo di euro, senza che questo fermasse la caduta del titolo, che ha perso nel 2016 il 75% di valore.

Ieri Banco Bpm ha guadagnato il 9%, fissando il primo prezzo a fine giornata a 2,5 euro, rispetto ai 2,25 di apertura. Un balzo che però attribuisce in Borsa al nuovo gruppo un valore che non va oltre i 3,8 miliardi, quando solo un anno fa la somma delle due banche separate era di 7,3. Per il terzo gruppo bancario italiano - 122 miliardi di impieghi aggregati e 117 di raccolta diretta a fine settembre, 2300 filiali e oltre 24 mila dipendenti - le sfide, per rispettare il piano industriale che prevede 1,1 miliardi di utili nel 2019, restano di dotarsi di un nocciolo proprietario che lo metta al riparo dalle scalate, dopo che il 27 marzo cadrà il tetto del 5% al diritto di voto previsto dalla riforma delle popolari. E poi si tratta di affrontare il punto debole dei 17 miliardi di crediti deteriorati, di cui 8 di sofferenze, in gran parte dovuti al Banco. Tema per il quale la Bce aveva imposto un aumento di capitale da un miliardo, con le svalutazioni sui crediti che fanno partire la nuova banca da una perdita aggregata, a fine settembre 2016, di 624 milioni di euro. Sfide rilevanti, al pari delle altre a Nordest. Toccato dai riflessi della ricapitalizzazione da oltre 8 miliardi di Mps attraverso lo Stato, sia per la perdita di clienti e raccolta anche nell’area ex Antonveneta, sia per il nodo, rilevato dal Sole 24 Ore, delle obbligazioni subordinate fatte acquisire alle imprese come garanzia ai prestiti, che, ora convertite in azioni, creano un problema di capitale finanziato, già visto sui fronti Bpvi e Veneto Banca. Punto di contatto con quello che resta il centro della partita bancaria a Nordest, a quattro anni dalla partenza della crisi, con le ispezioni di Bankitalia del 2013 a Montebelluna. Il centro resta la fusione Bpvi-Veneto Banca. Che avrà come prologo rilevante la proposta di rimborso ai vecchi soci sulle azioni azzerate. Verrà presentata lunedì prossimo e dovrebbe tradursi in un’offerta ai singoli soci per gli acquisti azioni degli ultimi dieci anni - si parla di almeno 120 mila soci tra le due ex popolari - con un rimborso intorno al 10-15% del valore massimo. Con fondi disponibili almeno in parte subito a fine del periodo di offerta per i soci che l’accetteranno, rinunciando alla causa. Sarà il primo test decisivo per vedere se si potrà ancora recuperare fiducia e clienti. Nel frattempo, a fine gennaio, è atteso il piano di fusione tra le due banche di Fabrizio Viola, l’amministratore delegato di Bpvi e presidente del comitato strategico di Veneto Banca. Il Fondo Atlante, proprietario delle due banche, ripone grande fiducia in Viola, convinto di aver pescato il manager giusto per un progetto impegnativo. Nel progetto di fusione sono attesi i piani per la cessione e dei crediti in sofferenza (3,6 miliardi netti in totale), con le ulteriori esigenze di capitale, dopo i 3,4 miliardi già iniettati da Atlante. Aumento di capitale che dipenderà anche dalle cessioni possibili, da Banca Nuova a Banca Apulia, dalle controllate estere, al consorzio informatico Sec servizi, dalle quote in Arca, la Sgr di cui le due venete hanno il 40% al fianco di Bper e Pop Sondrio. L’altra voce decisiva per recuperare fondi riguarda il taglio dei costi con l’ulteriore riduzione di filiali e personale. Che resta il nodo più spinoso dopo gli accordi per 234 prepensionamenti volontari raggiunto prima di Natale in Bpvi, che segue a quello di aprile in Veneto Banca con 100 prepensionamenti e la solidarietà. Resta da capire come verranno gestiti il resto degli esuberi (mille solo quelli di cui si è parlato fin qui per Vicenza), dopo lo scontro dei mesi scorsi sullo spettro dei licenziamenti. E si capirà anche quanto potranno pesare i precedenti che nel frattempo si stanno accumulando in altre situazioni critiche. Come l’accordo chiuso il 31 dicembre in Cariferrara, per dimezzare gli addetti, con 400 esuberi su 847 dipendenti, sperando che nel frattempo si materializzi un’offerta dalla modenese Bper che eviti la liquidazione della banca. L’accordo abbassa a 350 gli esuberi; 94 vengono risolti con i prepensionamenti. Ma per gli altri si ricorre o a esodi incentivati con 4 anni di stipendio o all’accesso al fondo emergenziale dei bancari. Soldi dati a chi non si opporrà al licenziamento. Uno schema anche per il Veneto?
Di Federico Nicoletti, da Corriere del Veneto


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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