Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, 400 milioni per risarcimento 100 mila ex soci
Martedi 8 Novembre 2016 alle 10:31 | 0 commenti

Secondo fonti finanziarie i cda di Popolare di Vicenza e Veneto Banca dovrebbero riunirsi la prossima settimana per vagliare la procedura da seguire per far fronte alle richieste di risarcimento danni ricevuti dai clienti, decisione presa su input di Quaestio Sgr, società che gestisce il fondo Atlante, attuale azionista di maggioranza delle due popolari venete. Dato che la base dei clienti da risarcire in molti casi coincide con i soci che detenevano azioni della banca, l’operazione si presenta come molto complessa da realizzare e dalle dimensioni importanti: si parla di una cifra pari a circa 400 milioni a beneficio di un numero di persone pari a 100.000 unità .
Da questa platea dovrebbero esclusi gli investitori istituzionali e i grandi azionisti coinvolti nei cosiddetti “prestiti baciati†(cioè prestiti concessi in cambio dell’acquisto di azioni delle banche), dato che essi erano consapevoli del rischio connesso all’operazione. In pratica, si tratterebbe di trovare una modalità di rimborso che consenta di ridurre i tempi e che riguarderebbe in particolare i piccoli risparmiatori. Il rimborso sarà parziale, dato che si starebbe ragionando su un valore compreso tra il 10% e il 25% del prezzo di sottoscrizione.
Le azioni avevano raggiunto un valore massimo pari a 40,5 euro per azione per Veneto Banca e 62,5 euro per azione per la Banca Popolare di Vicenza, ma oggi, dopo le svalutazioni subite, il loro valore si attesta a 0,1 euro per azione corrispondente al prezzo al quale il Fondo Atlante ha effettuato gli aumenti di capitale delle due banche. Inoltre, nelle prossime settimane saranno votate le azioni di responsabilità contro gli ex vertici delle due banche.
L’altra questione su cui si dibatte riguarda l’ipotetica fusione tra le due popolari venete. Un eventuale decisione in proposito dovrebbe essere presa tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo. Su questo fronte ci sono posizioni contrastanti.
Fin da settembre, i vertici della Vicenza avevano dichiarato la necessità di fondere Veneto Banca e Bpvi, dichiarazioni accolte sempre freddamente dai vertici di Montebelluna. In virtù di ciò, secondo voci diffuse nel fine settimana, Beniamino Anselmi, starebbe pensando di fare un passo indietro dopo appena tre mesi dall’assunzione dell’incarico, anche se nei giorni scorsi sembrava esserci stato un avvicinamento dopo l’incontro tenutosi a Milano tra i vertici dei due gruppi il 28 ottobre scorso.
Un altro punto importante è il pressing della Bce con la richiesta di ulteriori pesanti accantonamenti sui prestiti non performanti (Npl). Tali accantonamenti potrebbero avvicinarsi ai due miliardi per le due banche, implicando l’esigenza di una ricapitalizzazione dagli esiti quantomeno incerti, considerando anche il fatto che il Fondo Atlante, con gli aumenti di capitale sottoscritti sulle due venete e gli impegni presi sugli Npl di Mps, ha sostanzialmente finito la sua dotazione.
da Il PiccoloAccedi per inserire un commento
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