H81, più che una polisportiva
Da 28 anni l'associazione vicentina non solo aiuta le persone con disabilità nella pratica agonistica, ma offre anche consulenze e si impegna per l'eliminazione delle barriere architettoniche
Il neo presidente Cristiano Sarracco ne illustra le attività e i programmi futuri
"Fare sport è molto importante; è il primo veicolo di socializzazione per chi è disabile o lo è diventato in seguito a un incidente. Aiuta a capire che la vita non è finita, ma ne inizia una di nuova". 39 anni, impiegato bancario, persona con disabilità dalla nascita, dopo le elezioni dello scorso aprile Cristiano Sarracco ha preso il posto di Lucio Vicentini alla presidenza di H81 insieme Vicenza Onlus, storica associazione cittadina nata nel 1981, anno internazionale delle persone disabili. Il motto del Barcelona ("més que un club") vale anche per H81, molto più di un semplice sodalizio di atleti. Tra le finalità specificate dallo statuto oltre alla pratica sportiva, dove pure la società berica brilla con moltissimi titoli italiani e internazionali in diverse discipline, c'è infatti anche uno spiccato impegno in campo sociale.
Continua a leggereFigli di un'industria "minore"
Le piccole imprese alzano la voce. Dalla crisi ("la ripresa sarà lentissima") alla nuova Aim ("bene il taglio dei cda"), intervista al presidente di Apindustria Filippo De Marchi: "La politica ci ignora"
È uno dei presidenti di categoria più combattivi del vicentino, spesso in prima linea nel denunciare le promesse mancate della politica o le cattive abitudini delle banche. Filippo De Marchi da poco più di un anno è alla guida di Apindustria, una delle associazioni di piccole e medie imprese più numerose e strutturate a livello regionale, con le sue 1400 aziende iscritte per un totale di quasi 30 mila addetti. Tanto che viene naturale chiedergli quali siano le differenze reali con i "fratelli maggiori" di Assindustria, visto che anche loro sono costituiti in gran parte da imprese piccole e medie (oltre il 90 per cento degli iscritti di Assindustria è nel Comitato piccola impresa).
"Io dico spesso che siamo gemelli con una madre diversa. Nel senso che le differenze sono molto piccole. Per assurdo, anzi, loro hanno una media di dipendenti che è di qualche decimale più bassa della nostra. Io ritengo sciocco che ci siano più rappresentanze datoriali in Italia, quando in moltissimi paesi esteri non è così. È vero però che, soprattutto a livello nazionale, Confindustria è ancora legata alla grande e grandissima azienda. È questa la madre diversa a cui facevo riferimento. Ma è soprattutto un discorso nazionale, perché a livello vicentino, e anche veneto, potremmo già essere una cosa sola".
Continua a leggereTravaglio e il regime di Puttanopoli. Intervista a VicenzaPiù
La firma di punta dell'anti-berlusconismo spiega perché siamo in pericolo di golpe. E ai giornalisti dice: "Fate obiezione di coscienza contro le leggi-bavaglio"
Marco Travaglio non ha bisogno di presentazioni. Segugio d'archivio, polemista d'assalto, alfiere di punta di quel giornalismo all'americana, "cane del guardia" del potere, così poco praticato in Italia, viene spacciato per penna faziosa di sinistra per la sua battaglia anti-berlusconiana. In realtà il torinese Travaglio, classe 1964, cattolico, è stato un puledro della scuderia di Indro Montanelli, che se lo allevò al Giornale sul finire degli anni '80 e lo definì, con paterna ironia, il "nostro Viscijinsky" (l'inquisitore delle purghe staliniane), uno che "su qualsiasi protagonista, comprimario e figurante della vita politica italiana è pronto a fornirti su due piedi una istruttoria rifinita al minimo dettaglio". E difatti Travaglio è null'altro che un liberale montanelliano, di una destra che non c'è, che come il maestro ha votato l'esistenza alla libera informazione e perciò lotta contro il berlusconismo dilagante. Per questo, oggi, trova asilo sulla stampa di sinistra, da Santoro, sul blog di Grillo, insomma ovunque lo lascino libero di scrivere quello che pensa (ma nei '90 è stato firma per il settimanale di destra Il Borghese, su cui ha sputtanato la lobby trasversale degli ex di Lotta Continua pubblicandone le intercettazioni telefoniche seguite all'arresto di Adriano Sofri; nonché per L'Indipendente spalleggiatore di Mani Pulite, diretto da un Vittorio Feltri non ancora berlusconizzato).